Per l’occasione, StartupItalia! ha intervistato i suoi sviluppatori: “Volevamo creare un titolo che odorasse di film poliziesco Anni 70”
Piaccia o non piaccia, con la sua violenza gratuita, la totale libertà d’azione lasciata al giocatore e le sue situazioni sopra le righe, la saga di GTA ha saputo rivoluzionare il mercato dei videogiochi. In fondo, nulla che il cinema italiano degli Anni ’70, crudo e brutale, non avesse già mandato su schermo. Da qui la decisione, da parte dei ragazzi di Italo Games, di sfruttare quell’enorme bagaglio “pop” che i più giovani nemmeno conoscono per sviluppare un titolo che recuperi quelle atmosfere. Un GTA italianissimo e ambientato a Milano. Ma definire Milanoir un GTA all’amatriciana sarebbe riduttivo e pure un po’ banale, visto che i due titoli si affidano a concept piuttosto differenti.
“L’idea nasce inizialmente con la volontà di creare un gioco d’azione ambientato a Milano, dal forte taglio cinematografico. Da lì è stato automatico ricollegarsi al genere del cinema poliziottesco e noir degli anni 70”, racconta a StartupItalia! Emmanuele Tornusciolo, scrittore e game designer del gioco. “Del resto, abitiamo e amiamo questa città e la conosciamo bene. Per quanto riguarda gli Anni ’70, come dicevo se metti insieme Milano + Sparatorie e inseguimenti = Poliziottesco”.
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La Milano violenta del cinema rivive in Milanoir
“La trama del gioco si ispira principalmente a due capolavori del cinema italiano: Milano Calibro 9, che noi riteniamo probabilmente il più bel noir italiano, e Milano odia: la polizia non può sparare che qui riteniamo la pellicola con il protagonista più negativo del nostro cinema, e forse persino oltre”, continua il game designer.
Giocando, non si fatica certo a riconoscere ambientazioni piuttosto note, che faranno da sfondo alle nostre scorribande violente, ma Emmanuele e il suo team non hanno dubbi su quelle cui tengono di più: “Abbiamo riprodotto soprattutto location vicine al nostro ufficio o dove abitiamo, come i Navigli, Piazza XXIV maggio e le Colonne di San Lorenzo. Del resto, ci sono rimaste particolarmente nel cuore perché, dopo aver lavorato tutto il giorno per riprodurle digitalmente, le ritrovavamo dal vivo a sera nel rientro a casa”.
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Chi sono i ragazzi di Italo Games
Quanto alla software house, “Italo Games nasce contestualmente al progetto Milanoir. Il team è composto da due persone, il sottoscritto, che si è occupato della storia e del game design e Gabriele Arnaboldi che invece ha lavorato al codice. Hanno contribuito in maniera impeccabile anche il grafico Giuseppe Longo, Davide Pensato (suoni) e Luigi Di Guida per le musiche. L’età media del team si assesta tra i 32 e i 33 anni”.
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L’arrivo su console Nintendo Switch è naturalmente solo l’ultimo dei traguardi tagliati dal videogioco di questa piccola realtà milanese, come del resto commenta Emmanuele: “Siamo soddisfatti di come il pubblico ha accolto il gioco, abbiamo ricevuto feedback sostanzialmente positivi. Qualcuno si è lamentato dell’eccessiva difficoltà in alcuni punti del gioco, unita a un sistema di controlli non immediato se si usa il gamepad (il gioco nasce infatti per essere giocato con mouse e tastiera). Per questo motivo, siamo al lavoro su un aggiornamento che introduca un livello di difficoltà più facile e renda più fruibile il gameplay se si gioca con il controller.”