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C’è un campo dove il binomio uomo – macchina ha portato particolarmente i suoi frutti ed è il lending. La tecnologia, che permette di fare degli abbinamenti tra chi presta soldi e chi li riceve, riducendo al massimo i rischi, e l’intervento dell’uomo nel raffinare e analizzare i numeri prodotti dai software, stanno facendo le fortune del canale di finanza alternativo.

Lo conferma, Ignazio Rocco di Torrepadula di Credimi, la startup lending nata nel 2017, oggi scaleup, che ha saputo negli anni crescere fino a diventare oggi una delle realtà italiane ed europee più prestigiose nel comparto: «Le aziende che hanno adottato il modello del lending non hanno ottenuto risultati peggiori di istituti finanziari che lavorano in modo più tradizionale, dal punto di vista del rischio, ma migliori. I controlli incrociati che sono possibili insieme alla supervisione di professionisti hanno dimostrato di essere un modello che aumenta l’affidabilità nei prestiti, tanto che molte banche hanno deciso di adottarlo. Tuttavia, siamo solo alla punta dell’iceberg, ci sono tanti passi ancora da fare e che vedranno protagoniste le piccole imprese», spiega Ignazio a Startupitalia!

Lending capofila nell’open banking

Il lending non è solo un comparto dove le sperimentazioni uomo macchina hanno dato vita ai risultati interessanti, ma è anche il campo dove si consolidano i trend della finanza del presente e del prossimo futuro: 

«Parliamo di finanza integrata, dei pagamenti dilazionati, con il Buy Now Pay Later, grazie alle opportunità garantite dal paradigma dell’open banking. Nel lending, e nel fintech in generale, le operazioni finanziarie si spostano dal tradizionale conto corrente e sono sempre più incorporate in attività che fai tutti i giorni. Chi usa Shopify oggi, per esempio, può ottenere anche dei prodotti finanziari, la stessa cosa avviene con PayPal, con la finanza sempre più incorporata negli acquisti. Mentre l’open banking consente agli imprenditori di integrare tutti i loro conti correnti e avere subito una visuale dei suoi bisogni immediati. Si tratta di trend che secondo alcuni trasformeranno ogni azienda in una fintech, anche se su questo le probabilità che accada sono limitate perché presupporrebbe cambiamenti organizzativi e rivoluzioni interne che non tutte le imprese potranno realizzare a mio avviso».

Il futuro dei servizi di finanza tecnologica, secondo il Ceo, si gioca poi anche su un altro terreno, ovvero le soluzioni di small business tech, che semplificano operazioni quotidiane, come il controllo sulla liquidità, automatizzare i pagamenti dei dipendenti e delle tasse e facilitare il dialogo tra imprenditore e consulenti, come i commercialisti. Soluzioni che puntano, insomma, “a facilitare la vita del piccolo imprenditore”.

Da startup a scaleup

Pioniere dell’open banking, Credimi lo è stata fin dall’inizio. D’altronde, l’open banking era lo strumento per liberare liquidità in tempi rapidi per le PMI, la mission che la fintech ha avuto fin dal 2017, l’anno in cui è stata fondata. Il 2021 sorride a Ignazio e al suo team che oggi integra 75 persone, con una spinta femminile, le donne rappresentano il 33% del totale della forza lavoro. I numeri raccontano di una realtà che ha erogato nello scorso anno 434 milioni di euro alle imprese (+32,8%) con una conseguente crescita dei ricavi, che hanno superato i 15 milioni (+40%):

«Ci siamo riusciti grazie a una combinazione di due aspetti. La ricerca di un problema sul mercato, che continua oggi perché non finisce mai. Aderire a una mission, che per noi è quella di semplificare la vita dei piccoli imprenditori e poi è fondamentale riuscire a trovare sul mercato le competenze per affrontare i problemi importanti che nascono dalle sfide tecnologiche del settore. Ai giovani che hanno un’idea e vogliono concretizzarla consiglio due cose, di lavorare su problemi che conoscono loro in prima persona e di cercare persone molto diverse da loro, ma con cui hanno delle affinità ed esperienze comuni. D’altronde, una delle domande che YCombinator fa ai cofounder, prima di decidere se inserirli nel loro programma di accelerazione, è proprio quante cose hanno fatto insieme, siano esse aziende, studiato insieme o suonato in una band».

Gli errori sulla salita e la gestione dell’ansia 

Sì sa che la strada che porta alla realizzazione e alla crescita di una startup è costellata di ostacoli e gli errori non mancano, come Ignazio ci confida: «Se tornassi indietro forse commetterei meno errori nella scelta delle persone, cercando di capire prima quali sono le loro reali passioni, una passione racconta molto su una persona e sulla sua attitudine. Poi va detto che in Italia le vesti regolatorie sono molto penalizzanti, i costi e gli adempimenti pesano tantissimo su una piccola azienda, rispetto a un competitor europeo».

Anche la gestione dell’ansia è un problema, specie quando si cresce e bisogna adattare la propria organizzazione in modo rapido a nuovi ritmi: «Ti confesso che non sono particolarmente bravo a gestire l’ansia, ho sempre paura di aver sbagliato qualcosa, non sono uno di quegli imprenditori che riescono a vivere con serenità l’attività. Cerco di controllare questo aspetto del mio carattere, ma anche di mostrarlo, se facessi finta di non essere emotivo farei peggio. La mia soluzione per gestirla è di lavorare a stretto contatto con la mia squadra. Quando sono in team, la mia ansia si riduce. Quello che ho capito, tuttavia, che non esistono dei modelli per essere imprenditori e che ognuno fa impresa a modo suo, secondo le sue attitudini e sensibilità».

Scalare in Europa

Credimi ha saputo farsi notare anche in Europa. La fintech è stata inserita da Lazard nel T100 European Venture Growth Index, ovvero l’indice delle 100 aziende europee da tenere sott’occhio.

L’Europa è tra i radar di Rocco che punta a internazionalizzare il modello di Credimi nei prossimi anni: «Quello che facciamo è scalabile su altri mercati europei e stiamo lavorando per esportare il progetto. Allo stesso tempo, siamo a lavoro per potenziare il nostro modello di raccolta fondi, accedendo a dei funding bancari, tramite partnership, oppure acquisendo una licenza bancaria. Percorreremo una di queste strade».