Una Luna artificiale da mandare in orbita per illuminare le città: è il progetto presentato dall’istituto spaziale di Chengdu. Il satellite sarà in grado di illuminare un’area con un diametro compreso tra 10 e 80 chilometri. Il tutto entro il 2020
In Cina e precisamente nella città di Chengdu, la capitale del Sichuan, nella Cina centro-occidentale, molto presto gli abitanti potranno alzare gli occhi al cielo e scrutare non una bensì due Lune. Un doppio spettacolo.
La notizia è stata diffusa lo scorso 10 ottobre dal sito di news cinese People’s Daily secondo cui la città di Chengdu ha intenzione di mandare in orbita nel 2020 un enorme satellite detto Seconda Luna. Proprio perché a quanto pare alla metropoli cinese non basta più la luce emanata di riflesso dal nostro satellite naturale, ci sarà una Luna artificiale – che affiancherà quella naturale – capace di illuminare le strade della città in un raggio compreso tra 10 e 80 chilometri di diametro con una potenza 8 volte superiore rispetto alla Luna originale.
In più, il satellite sarebbe così potente da rendere pressoché inutili i lampioni pubblici. Un bel risparmio energetico, dunque.
La Luna artificiale
La Cina sta pianificando di lanciare in cielo un satellite luminoso, ribattezzato luna artificiale, che entro il 2020 dovrebbe sostituire l’illuminazione stradale. Il progetto è stato presentato da Wu Chunfeng, presidente dell’Aerospace Science and Technology Microelectronics System Research Institute, in occasione di un incontro nazionale sull’innovazione e le imprese che si è tenuto a Chengdu, dove dovrebbe essere lanciato il satellite. Il satellite luminoso sarebbe stato progettato per integrare la luce notturna e dovrebbe superare di 8 volte l’illuminazione naturale della Luna, così da sostituire quella dei lampioni stradali. Insomma questo sarebbe l’obiettivo della luna artificiale cinese. Il satellite dovrebbe essere in grado di dare luce ad un diametro di area compreso tra i 10 e gli 80 chilometri.
La luce del sole riflessa può coprire un’area di 3.600 kmq a 6.400 kmq e l’intensità di illuminazione dovrebbe essere otto volte quella della luna. La luna orbita intorno alla Terra a circa 380.000 km dalla Terra, mentre la luna artificiale dovrebbe essere messa in orbita entro 500 km dalla Terra.
I test del satellite luminoso sarebbero iniziati anni fa e la tecnologia oggi sarebbe finalmente pronta per permettere il lancio, previsto per il 2020.
Unica nota negativa: in caso di cielo nuvoloso o coperto, la luce non arriverà a terra o sarà comunque filtrata. Il progetto rimane ancora da sviluppare a livello di fattibilità e sostenibilità a livello business, ma ha ottenuto fin qui l’approvazione dell’Istituto di tecnologia di Harbin, una delle università politecniche più prestigiose di Oltre muraglia, e della China Aerospace Science and Industry Corporation, azienda pubblica del settore aerospaziale e principale fornitore del programma spaziale cinese.
Assicurare illuminazione e il risparmio energetico
Il nuovo satellite potrebbe assicurare un risparmio di circa 1,2 miliardi di yuan (150 milioni di euro) di elettricità all’anno per la città di Chengdu, illuminando un’area fino a 50 chilometri quadrati. La fonte di luce artificiale potrebbe essere utilizzata anche dopo i disastri naturali, deviando i raggi solari verso le aree terrestri in cui è stata tagliata l’energia elettrica.
Secondo il giornale cinese, Kang Weimin, direttore dell’Institute of Optics, School of Aerospace, Harbin Institute of Technology, non c’è da preoccuparsi perché “la luce del satellite sarà simile a quella del crepuscolo e non dovrebbe influire sulla routine degli animali”.
“La prima Luna sarà per lo più sperimentale, ma i tre satelliti inviati nel 2022 saranno il vero prodotto finale, e avranno un grande potenziale in termini di servizi alle persone e da un punto di vista commerciale”, ha detto Wu Shunfeng, capo della Tian Fu New Area Science Society, all’agenzia Xinhua.
Sulla spinta della liberalizzazione del monopolio statale riguardo i lanci spaziali decisa dal presidente Xi Jinping, la Cina ha aumentato del 50 per cento nel giro di cinque anni il numero di lanci di satelliti nello spazio ed è oggi il terzo paese al mondo per numero di lanci nel 2017.