Un recente studio ha scoperto che i bambini cresciuti più a contatto con supporti di assistenza intelligente, hanno maggiori probabilità di sviluppare atteggiamenti poco cordiali nei rapporti umani. Google e Alexa corrono ai ripari, tentando di insegnarci, a modo loro, il bello della gentilezza
L’assistente intelligente, nato da poco ma già molto diffuso, è una tecnologia utile e comoda che si integra senza sforzo nelle nostre giornate consentendo di agevolare una serie di attività. Tuttavia, come è facile intuire, la possibilità di “comandare” sembra stia generando un’abitudine insana nei meccanismi di approccio, non solo alla tecnologia, ma anche nei rapporti sociali.
Il rapporto CHILDWISE 2018,
La società di ricerche ChildWise ha divulgato il rapporto CHILDWISE 2018, una pubblicazione annuale che esamina nel target dai 5 ai 16 anni consumi, acquisti e abitudini sociali, nonché comportamenti chiave.
Secondo il rapporto, i giovani che sono cresciuti abbracciando con entusiasmo il riconoscimento vocale di Alexa, Google Assistant o qualche altra personalità virtuale, potrebbero diventare aggressivi nei rapporti successivi con altri esseri umani.
“Siamo al punto di svolta con questa tecnologia e sta per diventare mainstream per i bambini. Questo probabilmente avrà implicazioni sul modo in cui i bambini impareranno a comunicare “, afferma Simon Leggett, direttore della ricerca presso ChildWise “Poiché c’è un aumento nell’uso da parte dei bambini di gadget che rispondono ai comandi verbali, potremmo vederli imparare modi di comunicare che poi scivolano nelle loro interazioni con gli umani “.
La linea di demarcazione tra digitale ed essere umano potrebbe, di fatti, essere labile nella percezione dei bambini. “I bambini si abitueranno a dire e fare tutto ciò che vogliono da un assistente digitale, parlando in modo aggressivo e senza conseguenze.”
Google Assistant ci apprezza
Una risposta a tale problematica è stata accolta da Google, che ha inserito alcuni aggiornamenti nel suo “Assistente”: Google Assistant apprezzerà la nostra gentilezza rendendosi allegro all’utilizzo di affermazioni come “per favore” o “grazie” e rispondendo a sua volta in modo gentile.
Un modo, in fondo semplice ma probabilmente incisivo per diffondere abitudini corrette nelle modalità di approccio dei bambini, incoraggiandoli ad utilizzare maggiormente questi termini quando si impartiscono comandi vocali.
Amazon non tarda ad arrivare
Ovviamente non poteva mancare la versione Amazon, che ha lanciato una funzione quasi identica su Alexa nell’aprile di quest’anno.
Tale aggiornamento non è passato inosservato: “Questo è uno sviluppo molto positivo”, ha dichiarato alla BBC il direttore della ricerca Simon Leggett, “I bambini più piccoli apprezzeranno avere l’interattività aggiunta, ma i bambini più grandi potrebbero essere meno propensi ad usarlo poiché saranno più consapevoli che si tratta di un robot all’altro capo”.
Alcuni esempi di interazioni:
Utente: “Hey Google, si prega di impostare un timer per 10 minuti”
Google Assistant: “Grazie per avermelo chiesto così bene! 10 minuti, a partire da ora”
Utente: “Grazie”
Alexa: “Nessun problema” o “Prego.”
Il produttore di giocattoli Mattel aveva già in precedenza considerato di andare oltre, proponendo Aristotele un progetto atto a confortare, intrattenere, insegnare e assistere durante ogni stato di sviluppo, dall’infanzia all’adolescenza, che avrebbe completato i compiti solo se fosse inclusa la parola “per favore” nella richiesta.
Amazon, tuttavia, a seguito di collaborazioni con esperti di sviluppo, ha sconsigliato questo approccio è il rinforzo positivo il modo migliore per creare la giusta guida, in quanto non è punitivo.
Una nuova modalità di interazione
Certo è che l’abitudine ad interagire tramite voce con un “assistente”, una sorta di cliché della fantascienza dal suo esordio, sta affermandosi ed è il momento giusto per comprendere come impostare il nostro rapporto con le AI, soprattutto in termini sociali e nelle interazioni con i più giovani.
Al di la della tecnologia, invece, è importante ricordare che non è mai troppo presto per insegnare ai bambini le regole della cortesia e della buona educazione, come dire “grazie” o “per favore”, permettendo loro di apprendere, anche in tenerissima età, cosa significhi il rispetto reciproco, l’empatia e la gentilezza.