Uno studio realizzato da Booking.com e Oxford Economics ha analizzato l’impatto delle piattaforme di prenotazione digitali sull’economia italiana: +13 milioni di notti, delle quali 11 dall’estero
Si chiamano Ota, acronimo di Online Travel Agencies, e sono le piattaforme digitali per le prenotazioni online. In altre parole, le agenzie di viaggio vanno online, e in Italia hanno generato un nel 2015 circa 13 milioni di notti in più rispetto a quelle prenotate tramite canali tradizionali. Questo incremento permette di stimare in circa 2.3 miliardi di euro il giro di affari aggiuntivo dell’indotto.
L’impatto delle piattaforme sull’economia italiana
I vantaggi delle piattaforme online si traducono inoltre in una riduzione delle tariffe per gli utenti di circa il 9,5% per le spese di soggiorno giornaliere (ADR – Average Daily Rate) e la possibilità di beneficiare di alloggi di qualità superiore. Sono questi i principali indicatori di un report (presentato oggi a Roma presso l’Archivio centrale di Starto alla presenza di ambergatori parlamentari, associazioni di consumatori) realizzato da Booking.com in collaborazione con il centro studi Oxford Economics.
11 milioni di turisti prenotano online
Sono anche emersi i benefici che gli alberghi indipendenti riescono a ottenere dal settore OTA, grazie alla visibilità offerta dai portali, queste strutture riescono infatti a fare breccia nel segmento degli utenti stranieri che con (‘online riescono a superare eventuali problemi come le barriere linguistiche. Le notti attribuibili agli stranieri nel 2015 sono infatti oltre 11 milioni. Per quanto riguarda i vantaggi per i clienti, si registra una riduzione ADR del 10% per gli alberghi indipendenti e del 7% per le catene.
L’Oxford Economics ha calcolato che le piattaforme Ota orientano circa il 35% dei viaggi e circa il 28% delle notti in Italia, il 14% dei pernotti complessivi nel nostro paese è attribuibile a viaggiatori che hanno consultato o prenotato direttamente tramite Booking.com.
«L’Italia rappresenta da sempre per Booking.com un mercato molto importante e la ricerca di oggi mostra che i valori registrati nel nostro Paese sono più alti rispetto alla media europea, in termini di maggior numero di notti e riduzione del costo medio del pernottamento», sostiene Andrea D’Amico, Regional Director di Booking.com.
Gli effetti sulle prenotazioni “analogiche”
Presente a Roma anche David Goodger di Oxford Economics, che a proposito dello studio ha evidenziato «una riduzione delle tariffe per le prenotazioni con metodi tradizionali, un elemento che denota come la concorrenza generata dalle vendite online contribuisca a portare benefici a tutto il mercato». Il report ha infatti evidenziato che la riduzione media delle tariffe si attesta in circa il 6% per le prenotazioni nel comparto non OTA e del 15% per quelle effettuate tramite piattaforme online.