La piattaforma leader nel mondo per la consegna a domicilio si rinnova e ora accetta anche Apple Pay per i pagamenti
Uber Eats si rifà il trucco. L’applicazione per la consegna di cibo a domicilio lancia anche in Italia un rinnovamento che arricchisce l’offerta e l’esperienza d’uso della piattaforma. All’epoca del rilancio negli Stati Uniti, qualche tempo fa, Andy Szybalski, capo globale del product design, aveva spiegato che “da quando Etas è partita, tre anni fa, il food delivery è cresciuto e passato da un’eccezione del fine settimana a un metodo che ci salva sempre più spesso le serate, i pranzi in ufficio come un’occasione speciale in famiglia”.
Per questo, “vogliamo un modo semplice per consentire ai clienti di scoprire una grande selezione di cibi salutari ed economici”. Il redesign dell’applicazione, specifica il manager, è partito dai commenti e dai suggerimenti degli utenti. E fa leva su un paio di punti essenziali: tracking migliorato e assistenza potenziata se qualcosa, come spesso accade nelle piattaforme di questo tipo, non va come previsto. Vediamoli con ordine.
Tracciamento più capillare
Il tracciamento della preparazione e della consegna, anzi dalla conferma, diventa ancora più capillare. Le informazioni sono più accessibili, per capire meglio cosa stia esattamente succedendo da quando inoltri l’ordine a quando prendi la busta alla porta. Ad esempio, anche se i dettagli mancano, le ragioni di un ritardo o l’esaurimento di un ingrediente. In questo senso, anche i tempi d’attesa di faranno più precisi, con stime accurate e forchette sempre più strette.
Ritardi e cancellazioni
Secondo punto: cosa fare se le cose non vanno come devono andare. Il redesign dell’app inserisce una serie di soluzioni nel caso accadano ritardi o sorprese. Ad esempio, se l’ordine rischia di arrivare tardi o peggio (sacrilegio!) viene cancellato, l’utente saprà esattamente cosa stia succedendo e le ragioni di quei problemi. Per poter intervenire con una chiamata o una chat. In generale, l’app segmenterà meglio ogni passaggio indicando con chiarezza quelli successivi (vota e dai una mancia al rider, richiedi supporto e così via).
Le strategie di Uber Eats
Uber Eats è la più grande piattaforma di food delivery nel mondo, Cina esclusa, e lo scorso anno ha consegnato cibo per 7,9 miliardi di dollari. Ciononostante deve trovare profittabilità, come i documenti consegnati da Uber alla Sec, al Consob statunitense, in vista della quotazione in Borsa dei giorni scorsi hanno evidenziato. I margini, in virtù di alcuni accordi per esempio con McDonald’s, si sono ristretti perché l’obiettivo è stato quello di “far crescere il numero di utenti Uber Eats”, come ha spiegato l’azienda nel rapporto, che spesso ha portato a squilibri in termini di pagamenti per i fattorini e tariffe richieste ai clienti. Un trend che per il momento potrebbe continuare, anche in virtù di una serie di strategie come tirare nel proprio campo catene con “carrelli degli ordini” spesso più leggeri delle altre o l’approdo in mercati come quello indiano.
Si paga anche con Apple Pay
Ultima novità, a dire il vero dei giorni scorsi, l’arrivo di Apple Pay. Contrariamente all’applicazione madre, su Eats non era infatti possibile pagare il pranzo o la cena col sistema di pagamento della Mela, cioè in sostanza con una carta memorizzata nel Wallet. Adesso bastano un’impronta digitale o il riconoscimento facciale.