La startup tedesca lavora a un velivolo elettrico che atterra e decolla in verticale senza inquinare e che punta ad essere accessibile a tutti. Il progetto ha attirato l’attenzione degli investitori
Terra, mare o cielo. Niente sembra essere inaccessibile per chi vuole investire nel mercato del trasporto privato. I taxi volanti, soprattutto, attirano curiosità e interesse finanziario. Ne è la prova il round di serie B appena concluso dalla startup tedesca Lilium che ha raccolto 90 milioni di dollari dopo averne ricevuti 10 nel 2016. Segno che il business dell’azienda con sede a Monaco sta crescendo a ritmi notevoli.
Taxi volanti per tutti
Lilium produrrà veicoli elettrici in grado di decollare e atterrare in verticale che puntano a essere accessibili a tutti nella vita quotidiana. «Vogliamo essere l’azienda che permette a ogni persona di prendere un jet invece dell’automobile e arrivare a destinazione in maniera cinque volte più veloce. Ci sarà un’applicazione e dal primo giorno si potrà prenotare il velivolo come un servizio», ha detto a Techcrunch Daniel Wiegand, ceo e co-founder di Lilium.
Il round da 90 milioni
C’è ancora parecchia strada da fare, però, prima che il servizio possa essere realmente operativo. Per ora, uno dei più importanti risultati raggiunti dalla startup è stato un volo di prova nel mese di aprile 2017 che ha sicuramente impressionato gli investitori. Il round appena chiuso ha visto la partecipazione di Tencent, LGT, Atomico e Obvious Venture. L’azienda ha inoltre fatto crescere il suo team di lavoro che oggi conta circa 75 persone, arrivate da diversi paesi e da diverse aziende del settore.
Le sfide di Lilium
Nel business dei taxi volanti Lilium non è certo l’unico operatore. Ci sono Kitty Hawk e Zee.aero, sostenute dal papà di Google Larry Page. Poi ci sono Verhana, di Airbus, E-volo, e persino Uber. La particolarità del VTOL di Lilium è che si tratta di un velivolo interamente elettrico che punta a raggiungere una velocità di 300 chilometri orari e l’autonomia su una distanza di 300 chilometri. «La sfida più grande è quella delle batterie. Rispetto al gasolio, ogni chilogrammo di batterie produce cento volte meno energia e questo significa avere un’idea di velivolo che sia estremamente efficiente dal punto di vista energetico», aggiunge Wiegand a Techcrunch. Esiste poi il problema di regolare dal punto di vista legislativo un servizio del genere. Una delle questioni principali riguarda l’inquinamento acustico che potrebbe generare l’atterraggio e il decollo del jet. Dall’azienda, però, rassicurano: l’ingresso nelle città genera meno rumore di una motocicletta. Dal punto di vista dell’inquinamento, il mezzo è a emissioni zero e sarà quasi invisibile da terra visto che volerà a un chilometro di altezza.