Avete visto tutti il video della Banca e della direttrice canterina, ma era davvero cyberbullismo? La risposta, forse, non è facile come sempre a un primo approccio
Il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è la difficile sfida che viene posta dal video motivazionale della direttrice di una filiale di Banca Intesa che è ormai ovunque sul web. Nato come un contest interno all’azienda in cui i dipendenti potevano tentare di sponzorizzare la loro banca, si è trasformato in un possibile caso di cyberbullismo.
Lei, la direttrice di filiale che ha girato il video con alcuni suoi colleghi, è diventata oggetto di insulti e derisione per un contenuto che ha avuto una diffusione molto più larga delle sue intenzioni. Sicuramente inconsapevole di molti meccanismi della rete, si è trovata con il suo volto e il suo nome – agevolmente trovato su Facebook con tanto di analisi sulle sue credenze religiose – sulle bacheche di mezza Italia e anche sulle homepage di alcuni giornali.
Matteo Flora ricostruisce questa vicenda, tra account social chiusi, lettere discutibili di sindacati e indifferenza dell’azienda. Sullo sfondo il sottile piacere di prendere in giro il prossimo, non pensando alle conseguenze.