Solo nel 2020 sono andati persi 27 kg di cibo a testa perché non conformi alle esigenze estetiche della GDO. Babaco Market, delivery di ortaggi di stagione, riduce gli sprechi e contrasta la discriminazione
Raggrinzita, bitorzoluta, troppo corta, troppo poco lineare. La frutta e la verdura brutte ma buone esistono eccome, ma nei supermercati non ce n’è quasi mai traccia, perché le stringenti esigenze della GDO (grande distribuzione) non ne consentono la presenza sugli scaffali. Così si innesca un meccanismo di spreco alimentare gratuito e deleterio, che oggi vale 10 miliardi e ha coinvolto 27 kg di cibo a testa solo nel 2020. Numeri fortunatamente scesi, seppur di poco, rispetto al 2019, quando il 17% della produzione globale di alimenti andava perso (oltre 900 milioni di tonnellate).
Ma al di là dei dati, pur significativi, colpisce la superficialità del perché di tanto spreco: l’aspetto esteriore. Ci risiamo: quando è la forma, più che il contenuto, ad allontanarsi dallo standard, si tende al rifiuto. Forse il paragone risulta un po’ forzato, ma il concetto di fondo permane.
Babaco Market, un abbonamento contro lo spreco alimentare
Nasce così, con la duplice missione di ridurre lo spreco alimentare e contenere la discriminazione vegetale, Babaco Market, l’abbonamento che porta nelle case degli italiani la frutta e la verdura “fuori dall’ordinario”. Selezionando i prodotti del mercato, 100% Made in Italy, Babaco Market riempie e consegna a domicilio le box dei clienti con ortaggi esclusivamente di stagione.
“Con il nostro impegno ci teniamo a trasmettere al consumatore il messaggio che non è buono ciò che è bello, ma è buono ciò che è di qualità” – spiega Francesco Giberti, CEO di Babaco Market – “Ad oggi lavoriamo con circa 90 realtà agricole, piccoli presidi Slow Food e grandi produttori, e siamo presenti in tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, abbracciando tutti coloro che si riconoscono nel problema dello spreco alimentare”.
Un servizio in crescita: ogni mese il fatturato cresce di oltre il 50%
Nel maggio 2021, a un anno dal lancio, Babaco Market ha già salvato dal macero 140 tonnellate di frutta, facendo risparmiare al nostro pianeta, assicurano dalla startup, ben 350 tonnellate di CO2. Si stima, infatti, che i rifiuti alimentari siano responsabili dell’8-10% delle emissioni di CO2 in atmosfera. Il servizio, attivo in oltre 40 Comuni italiani e destinato a espandersi nei mesi a venire, cresce mensilmente con una media del 30% in termini di utenti e del 54% come fatturato.
“Stiamo crescendo di continuo e l’idea, nel breve termine, è quella di coprire nuove città, come Torino, Bergamo e Brescia, per arrivare nel 2022 in Emilia Romagna in tutte le principali province”, conclude Giberti.
Un successo che testimonia la crescente sensibilità del consumatore nei confronti dello spreco alimentare, ancora di più in seguito alla pandemia mondiale, che ha costretto le persone ad arrangiarsi e sperimentare nelle proprie cucine per ingannare il tempo. Rispetto al 2019, nell’anno nero del Covid-19 gli sprechi sono diminuiti del 12%, dando il via a una tendenza che ci si augura permanga anche a emergenza conclusa.