Dall’Argentina arriva un punta e clicca che non ha nulla da invidiare ai mostri sacri di LucasArts. O quasi
C’è un genere di videogiochi che chi oggi ha meno di 30 anni probabilmente non ha mai conosciuto. E che, ancora più probabilmente, stenterebbe a comprendere. È quello delle avventure punta-e-clicca che hanno reso grande la compianta LucasArts. Titoli come Indiana Jones e il destino di Atlantide, Grim Fandango, Maniac Mansion e ovviamente Monkey Island hanno divertito generazioni di utenti, forti del loro connubio tra enigmi ben orchestrati, storie appassionanti e tantissime battute nonsense. L’avvento dei poligoni e della terza dimensione, di titoli sempre più frenetici e di avventure dal forte sapore cinematografico ha relegato questi bizzarri miscugli tra fumetti e videogame nel dimenticatoio. Ma capita ancora che qualche sviluppatore indipendente, qualche startup innovativa coraggiosa, provi a recuperarne lo spirito. È il caso dell’argentina Epic LLama che è riuscita a convincere Buka Entertainment a finanziargli lo sviluppo di Darkestville Castle.
A spasso (puntando e cliccando) per Darkestville Castle
E meno male che c’è riuscita. Perché a conti fatti il mondo ha ancora bisogno di avventure grafiche divertenti, come questa. In Darkestville Castle si seguono le avventure di Cid, un demone piombato in malo modo nel mondo degli umani che passa le proprie notti progettando cattive azioni ai danni della pacifica gente del borgo confinante, Darkestville. Stanco delle sue continue incursioni moleste, il capovillaggio Dan Teapot (in realtà è lo scemo del paese) ha deciso di sbarazzarsi una volta e per tutte del nostro demonietto ingaggiando una specie di ghostbusters… Ed è proprio con Dan davanti alle porte del nostro lugubre castello che ha inizio il canovaccio breve ma intenso, in cui i ruoli saranno presto destinati a capovolgersi (ma più non vi diciamo).
Darkestville Castle è zeppo di citazioni e rimandi a mostri sacri del genere
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Disponibile su Nintendo Switch, PlayStation 4, X-Box One, Microsoft Windows, Linux, macOS, Android e iOs a un prezzo davvero budget, questa simpaticissima avventura grafica argentina promette tra le sei e le sette ore di gioco. Non tantissimo ma, come del resto diceva quello, in un viaggio non è troppo importante la destinazione, quanto il viaggio stesso (doveva essere uno che visitava bruttissimi posti).
Darkestville Castle è localizzato in italiano. Ma questo non è necessariamente un bene
Darkestville Castle è esattamente così: breve ma simpaticissimo. Sono davvero numerosi i punti in cui ve la ghignerete e questo perché, raccogliendo l’eredità dei Monkey Island, Cid molto spesso sfonda la quarta parete, guarda negli occhi il giocatore e gli rivolge battute inattese. Purtroppo, la localizzazione nella nostra bella lingua non fa sempre il suo dovere e troppo spesso sembra essere stata fatta con Google Translate. Ne consegue che si ha continuamente la sensazione di non riuscire ad addentrarsi come si deve nell’atmosfera del gioco o, peggio, di tardare con la risoluzione di un enigma perché gli indizi ci hanno suggerito “Roma per toma”.
Alcuni scenari sono altamente evocativi. Le situazioni di gioco quasi sempre surreali
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Abbiamo provato la versione per Nintendo Switch di Darkestville Castle e, pure qui, dobbiamo registrare alcuni difetti: in primis, anche se è possibile puntare e cliccare a suon di polpastrellate su schermo, la sensibilità non è stata ben calibrata e si finisce col cliccare cose a caso, quindi dopo un po’ si preferisce ricorrere ai comandi tradizionali nonostante si stringa per le mani un visore tattile. In secundis, le scritte in sovrimpressione, quando si gioca in modalità portatile, sono troppo piccine. Una cosa è giocare su di un 40 pollici, un’altra sono i 6″ di diagonale dell’ammiraglia Nintendo e se a questo aggiungiamo che la maggior parte degli scenari è molto buia, ma vi sarà comunque chiesto di setacciarli alla ricerca di oggetti, pulsanti e indizi, potreste decidere molto presto di collegare la vostra Switch al caro, vecchio, televisore di casa…
Che avventura grafica sarebbe senza un po’ di sano sarcasmo?
Sbavature a parte, però, Darkestville Castle è una godibilissima avventura grafica che può contare su di un solido comparto grafico (animazioni a parte: gli “scatti” dei personaggi sono davvero bruttini, anche se sono un palese richiamo ai videogiochi degli anni ’90) e sonoro. Divertenti anche gli enigmi così come sono spassosi al punto giusto i dialoghi con i vari NPC che incontreremo lungo l’avventura. Talvolta si avverte la mancanza di un tutorial o di un sistema di indizi stile Professor Layton di Level-5. Ma Darkestville Castle si rifà a ben altri giochi e forse anche per questo ha voluto mantenere una certa ruvidità. Il risultato finale comunque è parecchio convincente e fa del titolo argentino uno dei punta-e-clicca più divertenti dell’ultimo periodo.