Quattro morti a Washington. Oscurato video in cui il tycoon chiede ai manifestanti di tornare a casa (denunciando la frode elettorale)
Sono mesi che Donald Trump, il 45esimo Presidente degli Stati Uniti, martella sui social e in pubblico in merito alla presunta frode elettorale subita alle elezioni di novembre. Joe Biden, il presidente incaricato prossimo all’insediamento il 20 gennaio, è stato definito un presidente illegittimo. Secondo le autorità i fatti delle ultime ore, con l’assalto a Capitol Hill a Washington (finora quattro morti registrati), sarebbero il frutto anche di una campagna social che da novembre vede il tycoon prendere di mira il suo ex sfidante e i democratici. Per questo Twitter e Facebook hanno annunciato il blocco temporaneo dei profili di Donald Trump motivando la scelta con le ripetute violazioni delle politiche delle piattaforme. Il social dei 480 caratteri ha avvisato: non è escluso un blocco permanente se Trump non dovesse scendere a più miti consigli.
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Twitter: Trump alla porta
Questa notte, mentre la tensione a Washington era alle stelle, Donald Trump ha pubblicato un breve video in cui, pur chiedendo ai violenti di tornare a casa in pace, ribadiva la sua linea politica. Hanno rubato le elezioni agli americani e Joe Biden non è il presidente legittimo, questo il pensiero riassunto del prossimo ex inquilino della Casa Bianca. Chi sbarca ora sul profilo social di Trump si ritrova una situazione non inedita: subito dopo le elezioni del 3 novembre scorso diversi post sono stati etichettati come contenuto contestabile.
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Allo stato attuale nulla di concreto lascia pensare che il 3 novembre sia andata in scena una frode elettorale che ha fatto perdere Donald Trump. L’attivismo dei social network potrebbe far storcere il naso, soprattutto perché su molte altre tematiche legate al cyberbullismo e alla violenza sulle piattaforme non abbiamo riscontrato la medesima celerità d’azione. D’altra parte è evidente quanto il ruolo dei social abbia giocato e ancora giocherà un ruolo decisivo per Trump. Da sconfitto non si rassegnerà e molti già se lo immaginano come sfidante indipendente tra quattro anni. Un lasso di tempo enorme in cui, se non tenuta sotto controllo, una grande bugia rischia (la frode elettorale) di trasformarsi in programma elettorale.