Il Gdr che ha sfiorato la perfezione
Si era aggiudicato il premio Best Narrative ai TGA del 2019 ed è arrivato a un soffio dal 10/10 su Metacritic. Stiamo parlando di Disco Elysium: The Final Cut, arrivato finalmente anche su Xbox Series X/S, dove lo abbiamo testato. Se vi ricordate, il nostro Carlo Terzano aveva recensito la versione per PlayStation pochi mesi fa, raccontandoci dell’esperienza di un detective decisamente fuori dalle righe, alle prese con un misterioso caso di omicidio in una città dannata, dove è facile imbattersi in disperati e spostati. Se amate quel filone videoludico che sfrutta la potenza della parola e del romanzo per raccontarvi una storia, allora Disco Elysium: The Final Cut è un titolo che fa per voi. Tanti, ma tanti sono i dialoghi che vi getteranno addosso il senso di angoscia del vivere a Revachol, quel che resta di una città industriale crollata a girone infernale.
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Un GDR a più personalità
Sviluppato da ZA/UM, software house indie con base in Estonia, il videogioco che andiamo a presentarvi è un RPG in visuale isometrica. Il viaggio che il gamer è chiamato a compiere, in stile giallo poliziesco, è prima di tutto un percorso nella mente del protagonista, di cui scopriamo spiccati difetti di carattere dovuti all’alcolismo e ad altre ben poco salutari abitudini. All’inizio del gioco possiamo tratteggiarne le caratteristiche fisiche e mentali, privilegiando un aspetto che potrebbe sembrarci utile per un piedipiatti. La componente ruolistica, aspetto rilevante, è la base su cui ZA/UM ha costruito un titolo longevo che, come vi dicevamo nella recensione per old gen, potrebbe essere ripreso in mano n volte senza tornare mai nella stessa situazione.
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Aspettatevi azione, mistero e intrighi, ma il bello di Disco Elysium: The Final Cut sta nei dialoghi, doppiati da un esercito di attori che si sono calati nella parte della sterminata e tentacolare fauna urbana. Possiamo parlare con chiunque per venire a capo dell’ennesimo caso e, grazie a un’innovazione niente male, è la personalità del personaggio a farsi largo per suggerirci un atteggiamento o un altro. Sta a noi capire se lasciarci trasportare o correggere l’istinto del detective. Sono davvero innumerevoli le scelte che il videogiocatore è in grado di compiere in un viaggio psichedelico dove morte, violenza e pazzia tappezzano lo sfondo narrativo.
Con The Final Cut (la versione definitiva di Disco Elysium) gli sviluppatori hanno scelto di rimpinguare il numero dei personaggi, aggiungendo novità come missioni dalle quali è possibile raccogliere quanto di più riuscirete sulla lore del gioco. Purtroppo non esiste una versione in italiano e, a meno che non accettiate con pazienza la sfida di lunghi dialoghi in inglese, potreste percepire un senso di incompletezza. A livello grafico il lavoro di sviluppo riesce a trasmettere il senso di perdizione che respiriamo in ogni angolo di Revachol: da una piazza violenta a un albero spoglio fino a una casa che, dal disordine, rispecchia l’anima dell’inquilino: tutto sa di ultimo stadio della civiltà. Prima della fine.