Democratici e repubblicani hanno presentato al Senato americano una proposta di legge chiamata ‘Protecting Kids on Social Media Act’
Repubblicani e democratici Usa sono d’accordo nel vietare l’utilizzo dei social network ai minori di 13 anni. La proposta bipartisan presentata al Senato americano prevede, infatti, che gli under 13 siano esclusi dai social, non avendo i diritti per detenere un proprio profilo, e i giovani tra i 13 e i 17 abbiano bisogno del consenso dei genitori per creare un proprio account. Nasce così il ‘Protecting Kids on Social Media Act’, al fine di proteggere i più piccoli dai rischi che si annidano nel mondo dei social.
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Social e comportamenti suicidi
Gli studi clinici sul peggioramento dello stato di salute mentale nel Paese hanno messo in allerta anche i rappresentanti istituzionali, concordi sul fatto che una legge per proteggere gli adolescenti sia necessaria. In effetti, in America, negli ultimi mesi si è registrato un aumento di comportamenti suicidi tra ragazzi e giovani, secondo i medici incrementato proprio da un eccessivo utilizzo dei social network. E il provvedimento arriva nel momento in cui il Congresso sta cercando di rendere le piattaforme di social media più sicure anche per la fascia della popolazione più delicata in assoluto: i bambini. Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe anche il bando di TikTok. Ma, in realtà, in America è già in vigore il ‘Children’s Online Privacy Protection Act’, che proibisce l’utilizzo delle piattaforme social ai minori di 13 anni. Nonostante questo, la legge viene spesso elusa.
Cosa succede in Europa?
Avvicinandoci all’UE, una prima proposta di legge per vietare i social network ai minori di 15 anni arriva dalla Francia, con l’idea di proteggere i ragazzi dagli ‘effetti collaterali negativi’ di Facebook, Instagram e piattaforme simili. A lanciare la proposta è stato il centrista Laurent Marcangeli, sostenendo che si sta discutendo per mettere a punto un meccanismo che non porti i giovani a infrangere il sistema. Un divieto che non è, però, assoluto, perché basterà il consenso di entrambi i genitori per consentire all’adolescente di aprire un account personale. Il Garante italiano per l’infanzia, Carla Garlatti, ha affermato che si tratta di una buona iniziativa e ha rilanciato la proposta con l’idea di innalzare la soglia di divieto a 16 anni nel nostro Paese. «La scelta dei 16 anni è armonica col nostro sistema normativo: a 16 anni ci si può sposare e riconoscere un figlio, a 16 anni l’imputato può chiedere che non si svolga a porte chiuse il processo, quindi 16 è l’età dei diritti e a noi sembra più in linea», ha dichiarato la presidente.