Il linguaggio può essere un’arma potente capace di abbattere o erigere barriere, di includere o escludere, di dividere o unire. Per poter meglio comprendere il potere delle parole abbiamo dato vita un osservatorio in collaborazione con TheFool che ha come obiettivo quello di esplorare il mondo della diversity & inclusion e i trend online e sui social.
Più volte abbiamo raccontato storie di chi è in prima linea contro il linguaggio dell’odio, di chi si batte per vitare che le persone più fragili finiscano vittime di un meccanismo feroce che, nei peggiori dei casi, può portare a conseguenze gravi sul piano personale e professionale.
Con quest’analisi andremo ad indagare i flussi di conversazione, i trend, quei famosi picchi di attenzione che creano “rumore” online. Cercheremo anche di esplorare il mondo delle fake news e della loro generazione perché spesso è proprio dall’uso sbagliato del linguaggio che nasce un’informazione fallace che viene poi ripresa in modo virale da più media.
In questo discorso si inserisce il concetto di Diversity & Inclusion perché, se è vero che da un lato Internet è il luogo perfetto per condividere valori, includere minoranze e favorire l’accesso a tutti, dall’altra parte la rete è anche lo spazio virtuale dove si osservano il maggior numero di episodi di discriminazione e violenza: razzismo, omotransfobia, cyber-bullismo, hate-speach.
In occasione dello StartupItalia Open Summit 2021 Winter Edition, Matteo Flora, CEO di The Fool, ha presentato il primo studio sulle conversazioni online degli italiani e sulle tendenze relative a queste tematiche.
Sono state analizzate tutte le conversazioni online sul tema del «linguaggio inclusivo» da gennaio a novembre 2021 per un totale di oltre 33mila contenuti analizzati.
Quali sono i temi più commentati nel 2021 e come si sono sviluppati i grandi dibattiti?
Gli utenti online discutono e commentano sull’opportunità di modificare la nostra lingua per renderla maggiormente inclusiva?
Analizzando le conversazioni online è emerso che il tema del linguaggio inclusivo è un trend in crescita pressoché costante: si è osservato un andamento «a step successivi» in cui è presente un «conversato di fondo», con l’aggiunta progressiva di nuove dimensioni del discorso e di nuovi topic emergenti.
Uno dei temi più dibattuti è stato l’utilizzo dello schwa, o dell’alternativa con l’asterisco, che rappresenta un trend topic per tutto il corso dell’anno.
Sull’utilizzo o meno di questo segno nelle mail e dei testi più o meno formali, si sono innestati veri e propri casi mediatici con la tendenza a polarizzare il dibattito e lasciare «strascichi» dietro di sé. L’esempio più emblematico è la polemica tra Libero e la Murgia sull’uso dello schwa, in cui il dibattito si accende, si polarizza e poi, altrettanto rapidamente, si spegne in brevissimo tempo.
A fine anno le nuove linee di comunicazione della Commissione Europea ‘Union of Equality’, vengono ritirate a causa delle polemiche sugli “auguri di Natale” scatenatesi in Italia e rilanciate da numerosi politici fino all’accusa strumentale rivolta all’Unione di voler “cancellare il Natale”.
Anche in questo caso il dibattito ha avuto un hype di pochi giorni per poi sparire dalle conversazioni.
Andando ad esplorare i topic principali, rappresentati nella Topic Wheel sulla sinistra, si evidenziano alcuni campi lessicali fondamentali del conversato sul tema:
in primo luogo, c’è il tema della lingua italiana, sulla differenza tra parlata e scritta, sull’uso del neutro e la presa di posizione della Crusca sul tema;
in secondo luogo i termini “parole”, “linguaggio”, “discriminazioni” che racchiudono le conversazioni sulle differenze tra linguaggio inclusivo e discriminatorio, sull’uso dello schwa e sul caso del Liceo Cavour;
infine la questione di Genere, ovvero la discriminazione delle donne attraverso il linguaggio.
In tutti questi casi, c’è una netta prevalenza di contenuti con sentiment negativo. Il tono aggressivo e polemico – in particolare su Twitter – predomina, soprattutto in occasione di quei casi maggiormente mediatici che polarizzano le opinioni.
I cluster più negativi legano i termini del «linguaggio violento e discriminatorio» al linguaggio d’odio oppure sono legati alle polemiche sul Liceo Cavour, sul già citato caso di Michela Murgia, l’uso di schwa o asterisco e, ovviamente, l’accusa di voler «cancellare il Natale» mossa contro l’UE.
Nel mezzo rimane il dibattito, più accademico o giornalistico, sulla necessità o meno di modificare la lingua italiana per renderla più inclusiva.
Su Valore Responsabile affrontiamo queste tematiche anche con la rubrica Dentro le Parole. Con Alessandro Lucchini e Paola Centomo ogni mese ogni mese esploriamo il significato di una parola e parliamo di inclusione sociale e unicità come risorse da promuovere, salvaguardare e valorizzare. Leggi qui l’editoriale.
Nota Metodologica:
Indagine di Web Listening condotta con Brandwatch Consumer Research. Fonti: News, Blogs, Forum, Reddit, Facebook, Instagram e Twitter. Timeframe: 01 gennaio – 30 novembre 2021.