Voi ha raccolto 370 milioni di euro in tre anni, è presente in oltre 70 città e 11 Paesi in Europa. Abbiamo incontrato Magdalena Krenek, 29enne General Manager Italia della startup
“Se ci fossero piste ciclabili sicure gli incidenti in monopattino sarebbero molti meno”. Sembra una banalità ma, anche alla luce del nuovo codice della strada che introduce nuove regole per i monopattini elettrici, è bene ribadire alcuni concetti base. “I monopattini non sono giocattoli ma dei veri e propri mezzi di trasporto alternativi a bicicletta, motorino e automobile. E’ necessario avere questa consapevolezza quando li si utilizza”. Nei giorni scorsi abbiamo incontrato Magdalena Krenek, 29enne General Manager Italia di Voi, una delle startup che ha portato i monopattini elettrici a Milano e in altre città italiane. Voi, la cui casa madre è in Svezia, ha raccolto 370 milioni di euro in tre anni, è presente in oltre 70 città e 11 Paesi in Europa: “Siamo in Italia da settembre del 2020 e operiamo 2.700 monopattini distribuiti in 5 città, Milano, Torino, Roma, Reggio Emilia e Modena”. Incontriamo Magdalena nell’headquarter italiano della startup che si trova in piazza Duomo a Milano e ha una vista da far invidia alla Terrazza Martini: “il team italiano è in fase di crescita: stiamo cercando tre nuove figure di cui due senior per aprire in altre città italiane coprendo il territorio in maniera capillare”.
Monopattini e sicurezza, il Safety Report
Il punto su cui la manager insiste particolarmente è la sicurezza: “Abbiamo diramato da poco un Safety Report (eccolo qui ndr) che fa luce su alcuni dubbi che emergono quando si parla di micromobilità, sicurezza e monopattini. L’obiettivo è quello ancora una volta di migliorare il servizio e venire incontro alle esigenze dei cittadini”. Il rapporto raccoglie numerosi studi indipendenti svolti da autorevoli istituti di ricerca europei che hanno dato modo di esaminare la percezione dei rischi in termini di sicurezza stradale. I risultati delle ricerche sono stati abbinati ai dati che Voi ha raccolto da ricerche interne, per individuare le principali cause di incidente che coinvolgono i monopattini elettrici condivisi. I dati principali che emergono sono che: il 16% di tutti gli incidenti con lesioni personali avviene durante la prima corsa, il 60% degli utenti di monopattini elettrici termina il proprio viaggio in un parcheggio, quando disponibile, Il 70% delle autorità cittadine ritiene che la diminuzione degli spostamenti in auto e l’aumento della micromobilità siano positivi per la sicurezza. Il 31% dei cittadini europei ritiene che la mancanza di corsie riservate sia un problema essenziale per l’uso dei monopattini elettrici, l’80% degli incidenti mortali che coinvolgono biciclette e monopattini elettrici è causato da autoveicoli pesanti.
Il monopattino può essere un mezzo sicuro se si segue buon senso e qualche regola
“Voglio sottolineare che non c’è evidenza che l’incidentalità dei monopattini sia superiore a quella delle biciclette.Detto ciò il monopattino è un mezzo di trasporto e come tale va usato”. Quindi ben venga la diminuzione della velocità a 20km/h e, come era già stabilito, ben venga il casco obbligatorio per i minori di 14 anni. “Con il suo monopattino all’avanguardia Voi dà la possibilità al conducente di inserire la freccia quando vuole indicare la direzione che sta prendendo e inoltre il suo peso, superiore ai 35 kg, lo rende un mezzo molto solido e stabile. Inoltre è provvisto di doppio cavalletto che fa in modo che il monopattino non cada quando lo si parcheggia”. Tra le altre caratteristiche di questo monopattino c’è l’hardware basato su IoT che consente l’autodiagnosi grazie al Machine Learning e prevede quando il mezzo avrà bisogno di un check-up, c’è Un GPS con funzione di geolocalizzazione con precisione al di sotto del metro, ci sono sospensioni e pneumatici di alta qualità e certificazione IPX7, che gli permette di resistere all’immersione in acqua fino a 1,3 metri di profondità.
Togliere dalla strada il 16% delle auto
Quando si parla di monopattini, oltre che sulla questione sicurezza che spesso induce ad essere titubanti nella prova, bisognerebbe anche pensare a quanto l’utilizzo del monopattino possa effettivamente togliere dalla strada migliaia di macchine. “L’obiettivo che ci poniamo è liberare le strade delle città dalle macchine per spostamenti brevi, in questo modo si agevola il trasporto pubblico, si abbassa l’inquinamento, si permette alle persone di muoversi in città in sicurezza e senza l’ansia del parcheggio”. Una delle principali critiche ai monopattini è quella del disordine che creano in città perché spesso ingombrano i marciapiedi e vengono lasciati in mezzo alla strada o sui passi carrai: “noi offriamo ai Comuni l’inserimento di rastrelliere in modo che le persone possano parcheggiare il monopattino in modo ordinato e senza compromettere la libertà di movimento degli altri utenti della strada.” Fa riflettere poi un altro dato che cita Magdalena: solo il 16% degli utenti di Voi è donna. “E’ un dato che non ci piace e su cui vorremmo lavorare anche perché è molto lontana da quella di altri paesi, come la Francia, dove le donne rappresentano circa il 30%. Evidentemente c’è una percezione di insicurezza nel mezzo, mentre noi vorremmo ribaltare questo preconcetto: prendere un monopattino per tornare a casa dopo una serata fuori, è molto più sicuro che tornare a piedi”.
Una manager che arriva dalla Germania (ma che ha studiato alla Sapienza)
Quando finisce l’intervista mi rendo conto che ho parlato per un’ora con una giovane donna tedesca che ha una pronuncia italiana perfetta e una passione per il Paese in cui vive e lavora davvero dirompente: “Amo l’Italia – mi dice – la amo talmente tanto che a 19 anni ho deciso che volevo vivere qui. Per questo mi sono trasferita a Roma dove ho frequentato l’Università e veramente imparato l’italiano”. Un vero e proprio percorso contrario rispetto a quelli che siamo soliti sentire: “Ai giovani e soprattutto alle giovani che stanno per iniziare il proprio percorso lavorativo in Italia suggerisco di non farsi travolgere dalle insicurezze: ogni paese ha i suoi pregi e i difetti. in Italia si tende a concentrarsi solo sui difetti, ma la verità è che c’è molta intraprendenza, molta voglia di fare e di innovare. Apprezzo moltissimo la capacità degli italiani di adattarsi al cambiamento e alle circostanze, di essere sempre pronti a mettersi in gioco anche rischiando. Credo l’Italia sia un paese di contrasti, che significano anche molto dinamismo e quindi opportunità per fare quello che più si ama”. E un difetto che ha riscontrato?: “Come donna ho sentito la mancanza di punti di riferimento al femminile, ho incontrato poche donne che potessero farmi da mentor. Il mio obiettivo è quello di diventare io stessa un punto di riferimento a cui altre possano ispirarsi per fare carriera anche, perché no, in un altro Paese con una lingua straniera e con abitudini e cultura differente”.