Una piccolissima startup innovativa fa ri-debuttare il suo videogioco che probabilmente si può apprezzare solo da sbronzi…
Ci sono videogiochi che non lasciano intuire il proprio potenziale finché non si provano assieme a due o tre amici d’una vita, quelli coi quali puoi anche lasciarti andare perché ormai hanno visto il peggio di te. Ecco, Gang Beasts è un titolo così, anzi, no: forse dà il meglio di sé non solo radunando davanti alla stessa console gli amici de fero, ma anche diverse lattine di birra, perché occorre essere un po’ alticci, se non davvero sbronzi, per capire il divertimento alla base di questo bizzarro picchiaduro Indie.
Sviluppato per PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, Microsoft Windows, Classic Mac OS, e Linux dal piccolo studio indipendente Boneloaf, Gang Beasts è demenzialità allo stato puro. Qualche giorno fa abbiamo testato un altro picchiaduro parecchio colorato: Nickelodeon All-Star Brawl. In quel caso, l’intento del gioco era evidente: piazzarsi sulla scia di Super Smash Bros. Ecco, Gang Beasts non aspira a tanto (anche perché il budget non glielo avrebbe mai consentito), preferendo essere un concentrato di demenzialità allo stato puro.
Si sceglie il proprio lottatore tra una manciata di esseri improbabili, lo si agghinda come meglio si preferisce, dopodiché lo si getta in un’arena dove potremo darle di santa ragione a chiunque ci si pari davanti. Tutto qui? Tutto qui. O meglio, nì: il sistema di controllo è burroso, anzi, gelatinoso, esattamente come i personaggi che andremo a controllare, il ché rende tutto instabile e barcollante. In più gli scenari sono fatti appositamente per riservare sorprese: si combatte tra elevatori che salgono e scendono, sui vagoni di un treno in corsa o tra due tir affiancati che percorrono l’autostrada.
Scordatevi di impratichirvi con combo e mosse super potenti. Il più delle volte, non si capisce nulla di quanto stia accadendo: se stiamo vincendo, difficilmente si ha la sensazione che sia merito nostro, se si perde e si finisce fuori, idem. Pare sempre che il proprio lottatore faccia quello che vuole o, più semplicemente, sia in balia di una sorte bizzarra e crudele che lo spinge a muoversi non solo come un essere dinoccolato, ma anche come uno sbronzo all’ultimo stadio.
Ecco perché questo bizzarro picchiaduro si pone come un titolo ideale per concludere una serata tra amici ad alto tasso alcolico: almeno avremo al di là dello schermo lottatori che fanno quello che vogliono e, al di qua, gente troppo sbronza per arrabbiarsene, e sufficientemente sversa da non trovare irritanti le risatine che i lottatori emettono continuamente, riuscendo magari a divertirsi non solo per l’estrema aleatorietà del gameplay, ma anche per le folli situazioni di gioco che le varie arene presenteranno.