La Pinacoteca di Brera e la Fondazione Cineteca Italiana non vogliono che la cultura “chiuda” per colpa del coronavirus
Dopo giorni di disagi e di guai economici per Milano e gran parte delle città del nord Italia, le prime ad essere colpite dall’emergenza coronavirus, sembra ritornare un pizzico di normalità. Mentre il sindaco Beppe Sala chiede al Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, di riaprire i musei al più presto, la Pinacoteca di Brera e la Fondazione Cineteca Italiana sono le prime realtà del mondo culturale meneghino ad attrezzarsi per chiudere questa triste parentesi di quarantena estesa anche ai luoghi del sapere.
Leggi anche: Coronavirus, non passa la febbre alle Borse
© Fonte Wikipedia
I musei al lavoro
A Milano la Fondazione Cineteca Italiana – con cui StartupItalia si è messa in contatto per verificare la notizia – mette a disposizione gratuitamente la videoteca di Morando, dove sono stati catalogati diversi capolavori del cinema, soprattutto muto, aggiornati con 20 nuovi titoli ogni settimana . Per accedere al servizio è sufficiente registrarsi sul portale ufficiale e concedersi un assaggio in streaming di una visita irrinunciabile per i cinefini, da segnare in agenda non appena l’emergenza coronavirus rientrerà.
Leggi anche: Il Coronavirus chiude le chiese? La messa va live su Instagram
© Fonte: profilo Facebook Cineteca Milano
In queste ore la campagna social #Milanononsiferma, rilanciata sui social dal primo cittadino Sala, fa appello alla politica e all’opinione pubblica per una scossa comune che combatta la psicosi e il panico vissuto da molti negli ultimi giorni. Se le ricadute sull’economia non si prospettano buone – e più passeranno giorni di blocco più la situazione si aggraverà – il mondo dei musei fa la sua parte per riaccendere la normalità nella vita di tutti. La Pinacoteca di Brera ha fatto sapere tramite un video del suo direttore James Bradburne che il museo sta lavorando per offrire a tutti la possibilità di vedere le preziose opere custodite. Come? Attraverso i social e le stories. «Tutto questo – ha detto Bradburne – dimostra che il cuore della città batte ancora».