Al social network di Mark Zuckerberg viene imputato di aver comunicato informazioni non corrette in occasione dell’acquisizione di WhatsApp. Palo Alto: «Errore in buona fede». L’Antitrust: «Le società devono rispettare le regole Ue»
La Commissione Europea, tramite l’autorità Antitrust, ha deciso di multare Facebook per 110 milioni di euro.
Al social network di Mark Zuckerberg viene imputato di aver comunicato informazioni non corrette in occasione dell’acquisizione di WhatsApp
Il matrimonio tra due dei servizi più usati al mondo era stato celebrato il 19 febbraio 2014 e aveva fatto parlare di sé per la cifra spropositata con la quale era stato concluso: 19 miliardi di dollari. Ma qualcosa secondo l’Europa non è andata per il verso giusto. Ecco che cosa è successo.
Le conseguenze dell’acquisizione miliardaria
Tre anni fa, la società di Palo Alto aveva assicurato che non ci sarebbe stata connessione tra gli account Facebook e quelli WhatsApp e aveva escluso la possibilità di un travaso di dati da una piattaforma all’altra. In realtà, però, nel 2016 questa situazione si era verificata.
We need accurate #facts to do our job. @facebook now fined 110 mio € for giving wrong/misleading information when it took over WhatsApp.
— Margrethe Vestager (@vestager) May 18, 2017
Privacy a rischio
Nell’agosto del 2016, inoltre, molti utenti erano stati indotti ad accettare i nuovi termini sulla privacy del servizio introdotti da Facebook. Le nuove condizioni avevano permesso il trasferimento di alcune importanti informazioni da WhatsApp a Facebook. Tra queste, il dato più sensibile è il numero di telefono, necessario per iscriversi alla chat utilizzata da milioni di utenti nel mondo. Il passaggio dell’informazione non avviene in chiaro ma in background, consente a Facebook di predisporre annunci pubblicitari ancora più mirati per ciascun utente e di procedere a una profilazione ancora più accurata dei suoi iscritti.
Le regole europee
In una nota della Commissione europea si sottolinea che la società era a conoscenza già nel 2014 della possibilità di associare automaticamente i due account. «Si tratta di un chiaro segnale alle società che devono rispettare le regole Ue, incluso l’obbligo di fornire informazioni corrette» ha commentato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. La sanzione avrebbe potuto superare i 250 milioni di euro, pari all’1% del fatturato dell’azienda, ma la Commissione europea ha ritenuto la cifra di 110 milioni di euro proporzionata rispetto alle accuse.
Errore in buona fede
A questo punto non viene messa a rischio l’approvazione che la Commissione europea diede all’acquisizione del 2014. Da parte di Facebook la vicenda è stata definita un errore compiuto in buona fede. «Abbiamo cercato di fornire informazioni accurate ogni volta» ha detto un portavoce di Facebook dopo l’annuncio della multa. «Gli errori che abbiamo fatto nel 2014 non erano intenzionali e la Commissione ha confermato che non avevano impatto sull’esito dell’analisi della fusione» ha aggiunto.