Dopo 3 mesi di accelerazione con Startupbootcamp Foodtech le 10 startup selezionate sono salite sul palco dell’Auditorium di Roma e si sono presentate agli investitori. Ecco chi sono
“Se vuoi veramente salvare il pianeta, devi portare disruption nella catena del cibo”. E’ questo il motto che Peter Kruger ripete, presentando il Demo Day di Startupbootcamp Foodtech, il programma di accelerazione lanciato un anno fa completamente dedicato alle startup foodtech. “Abbiamo ricevuto oltre 600 application, e alla fine abbiamo selezionato 10 team”. Le startup del demo day hanno fatto 3 mesi di accelerazione, e oggi si sono presentate ad una platea di investitori all’Auditorium Parco della Musica di Roma. “Da qui al 2050 la produzione agricola dovrà incrementare del 70% – ha detto Kruger – e questo implica che dovremo lavorare per assicurare sicurezza e sostenibilità al nostro cibo. Verrà influenzato il business e il nostro modo di vivere, forse saremo obbligati a cambiare le nostre abitudini. Il Foodtech è la strada per costruire innovazione e abbiamo scelto di farlo in Italia perché l’Italia è il paradiso del cibo”.
Il programma
Startupbootcamp FoodTech, diretto da Peter Kruger (CEO e founder di Startupbootcamp FoodTech), e Paolo Cuccia (presidente di Gambero Rosso e chairman dell’iniziativa) fornisce mentoring, 15 mila euro di capitale, accesso al network di partner di settore, 3 mesi di accelerazione e 6 mesi di ospitalità negli uffici di M3 a Roma. “Quello che vediamo oggi è oro per il futuro dell’Italia – ha detto Enrico Mercadante, Lead for Systems Engineering and Cloud South Europe di Cisco – l’agrifood sarà uno dei campi cruciali per l’Italia nei prossimi anni ed per questo che Cisco è qui”.
Le startup
FruitsApp: è un’app b2b che mette in contatto produttori di frutta con aziende e venditori. “Con questa app si possono fare tutte le operazioni di trading nel settore della frutta in modo molto veloce” ha detto il Ceo Carlos Iborra. Nella piattaforma ci sono già 300 società tra cui Del Monte, Carrefour, Spar. Il valore di tutte le transazioni fatte sulla piattaforma finora ammonta a 55 mila euro: “L’obiettivo è di finire il 2017 con 2500 compagnie e un milione di turnover”.
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Evja: è un soluzione che fa parlare il campo coltivato con il contadino. Grazie a sensori nel terreno e a un dispositivo che si collega con lo smartphone, i produttori possono verificare lo stato del campo in ogni momento, senza dover andare e controllare tutti i giorni la coltivazione. Evja usa il Lora network, ed ha il primo modello predittivo per la lattuga in europa.
Bite Back: Bite Back vuole commercializzare l’olio derivato dagli insetti. “L’olio degli insetti ha una percentuale più alta di omega 3 e una percentuale minore di grassi” ha spiegato il Ceo Mush’ab Nursantio. “Il mercato degli edible insects ammonta a 91 miliardi di dollari, questo è l’olio del futuro”. La startup sta conducendo dei progetti pilota con Barilla e Bahlsen.
Wallfarm: si presenta come “l’Intel inside” del settore del vertical farm. “Il vertical farming è cosi popolare che tutti ci stanno lavorano – ha detto Ares Ferrigni, il Ceo – ma il problema è che se non hai l’esperienza giusta le piante non crescono”. Wallfarm vuole ovviare la vostra mancanza di pollice verde con una cpu che regola l’intero ciclo vitale delle piante. “Non siamo competitor di Ikea, stiamo cercando di lavorare con le grandi società affinché acquistino il nostro prodotto”. La startup sta conducendo dei progetti pilota con Tower Garden, Metro Group, Agrilution.
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Kiwi campus: Kiwi è la comunity di studenti (chiamati kiwers) che si occupano di fare consegne di cibo all’interno dei campus universitari dove i tradizionali servizi di delivery non possono entrare. Kiwi ha un’app attraverso la quale si può effettuare l’ordine. La piattaforma ha 40 mila utenti registrati, e accordi con 100 ristoranti. L’Università di Berkeley l’ha già adottata. Non è tutto: Kiwi ha costruito una rete di robot che fanno le consegne nei campus.
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Phytoponics: è un sistema di istallazione per la coltura idroponica più economica e sostenibile rispetto ai tradizionali sistemi.
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Elaisian: è il sistema Iot per raccogliere dati sulla salute degli ulivi, per rendere più semplice e tech la produzione di olio di oliva. Elaisian consiglia la cosa migliore da fare al coltivatore nel momento giusto.
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Milis Bio: sviluppa dolcificanti a base di proteine per il mercato alimentare che sostituiscono lo zucchero. Ogni grammo di dolcificante ha una caloria.
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NeoFarms: la startup ha sviluppato un metodo per fare fare home gardening riducendo il consumo di acqua e velocizzando i tempi di crescita, attraverso una tecnologia sviluppata dalla Nasa.
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Trakbar: attraverso la raccolta e l’analisi dei dati Trakbar punta a far crescere le attività economiche di bar e ristoranti. Il sistema funziona collegandosi ai sistemi POS, l’installazione si può fare in 5 minuti.