Durante il congresso mondiale organizzato dalla Congregazione per la scuola cattolica Papa Francesco ha puntato il dito sugli Stati che sottovalutano l’importanza degli educatori e non garantiscono a tutti i giovani uguale accesso all’istruzione
“Fra gli operai più malpagati ci sono gli educatori: che cosa vuol dire questo? Semplicemente che lo Stato non ha interesse, se lo avesse le cose non andrebbero così”. Papa Francesco prende le difese degli insegnanti, che a suo parere non avrebbero la dovuta considerazione da parte della società. Bergoglio ne ha parlato durante l’udienza con i partecipanti al congresso mondiale organizzato dalla Congregazione per la scuola cattolica la scorsa settimana. “L’educazione – continua Papa Francesco – è diventata troppo selettiva e elitaria. Sembra che hanno diritto all’educazione soltanto le persone che hanno un certo livello, una certa capacità. Ma certamente non hanno diritto all’educazione tutti i bambini, tutti i giovani, e questo è una vergogna”.
Il Papa si è dunque soffermato su un tema cruciale, quello del diritto all’educazione. Il fatto che non tutti abbiano lo stesso accesso alle opportunità di apprendimento è qualcosa che, secondo Bergoglio, allontana i popoli, e spiana la strada per le dittature. Di seguito riportiamo il passaggio completo con cui il Papa esprime questo concetto: «È vero che non solo i vincoli educativi si sono rotti, ma l’educazione è diventata anche troppo selettiva ed elitaria. Sembra che abbiano diritto all’educazione soltanto i popoli o le persone che hanno un certo livello o una certa capacità; ma certamente non hanno diritto all’educazione tutti i bambini, tutti i giovani. Questa è una realtà mondiale che ci fa vergognare. E’ una realtà che ci porta verso una selettività umana, e che invece di avvicinare i popoli, li allontana; allontana anche i ricchi dai poveri; allontana una cultura dall’altra…Ma questo accade anche nel piccolo: il patto educativo tra la famiglia e la scuola, è rotto! Si deve ri-cominciare. Anche il patto educativo tra la famiglia e lo Stato: è rotto. A meno che ci sia uno Stato ideologico che vuole approfittare dell’educazione per portare avanti la propria ideologia: come quelle dittature che noi abbiamo visto nel secolo scorso. E’ brutto. Fra i lavoratori più malpagati ci sono gli educatori: cosa vuol dire, questo? Questo vuol dire che lo Stato non ha interesse, semplicemente. Se l’avesse, le cose non andrebbero così. Il patto educativo è rotto. E qui viene il nostro lavoro, di cercare strade nuove».