Disturbante e soffocante. Insomma, funziona. The Outlast TrialS, l’ultimo episodio della saga prodotta dalla software house canadese Red Barrels, è un titolo visivamente molto tosto, che non fa sconti a nulla. Orrori, oscenità, blasfemia, scene esplicite sono un marchio di fabbrica ormai noto del team di sviluppo, ma nulla di questo è fine a se stesso. La storia alla base dell’episodio che abbiamo testato per la next gen di Xbox rimarca protagonisti e ambienti che gli appassionati del videogioco già conoscono. Ma per chi non ci avesse mai giocato questa è un’ottima occasione per valutare l’acquisto di un videogioco con grandi potenzialità.
The Outlast TrialS: la recensione
The Outlast TrialS è un horror da giocare in prima persona. Il nostro protagonista potrà essere modellato grazie a un editor niente male. La storia è la seguente: nel pieno della fase calda della Guerra Fredda, siamo nel 1959, un silenzioso esercito di disperati si mette a disposizione della Murkoff Corporation. Da pazienti diventano vere e proprie cavie umane per esperimenti disumani.
L’obiettivo della Murkoff Corporation è trovare l’ingrediente segreto per dare vita a un soldato potentissimo. Per quanto affascinante come premessa, l’aspetto narrativo non viene indagato più di tanto. Forse anche perché nessuna parola potrebbe spiegare fino in fondo il male che si nasconde nei laboratori e nelle arene che dovremo affrontare.
A livello grafico The Outlast TrialS è un colabrodo di oscenità e morte. Non certo adatto a chi di fronte al più timido degli film horror preferisce gustarsi la visione con le mani davanti agli occhi. Al tempo stesso questo capitolo risulta molto meno tosto per quanto riguarda i veri momenti da jump scare. Questo perché nella maggior parte dei casi non si è mai soli.
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Una scelta strutturale che hanno compiuto gli sviluppatori è stata infatti quella di proporre un gameplay ideale per il multiplayer, fino a quattro giocatori con cui cooperare per salvare la pelle. La modalità single player è prevista, ma largamente scoraggiata data anche la sproporzione delle forze in campo. Trovarsi con amici o sconosciuti nel bel mezzo di un inferno del genere può senz’altro invogliare, soprattutto perché le attività da portare a termine sono diverse.
Nel caso vi stiate chiedendo su quante armi potrete contare, la risposta è pochissime. In The Outlast TrialS non si spara, perché per sopravvivere bisogna anzitutto non farsi vedere dai nemici in arrivo. Li si potrà stordire, o disorientare, ma non è mai la cosa migliore tentare il corpo a corpo. Anche le tasche non sono poi così larghe: a disposizione il gamer ha fino a tre oggetti al massimo da portarsi nell’inventario.
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Chi ha abbracciato i progetti di questa malefica azienda ha scelto di imbarcarsi in questo esperimento folle, senz’altro inconsapevole dei limiti morali che sarebbero stati violati dall’organizzazione. Le terapie a cui i personaggi vengono sottoposti sono test da superare. Eccellente il lavoro sui nemici: il Sergente Leland Coyle e Mamma Gooseberry sono due boss particolarmente frequenti, ai quali si aggiunge Skinner Man.
The Outlast TrialS eccelle dal punto di vista delle atmosfere e del comparto grafico, immergendoci in un ambiente terrificante, pieno di tracce su cui soffermare lo sguardo per raccogliere dettagli e informazioni. Purtroppo la rigiocabilità a cui dovrebbe puntare il multiplayer non è garantita al massimo.