Attività sportive inclusive, a cui possono partecipare tutte e tutti, in cui età e abilità non costituiscono un fattore di distinzione, bensì un prezioso arricchimento per ogni partecipante. Un approccio innovativo, che valorizza la diversità come risorsa fondamentale, favorendo la creazione di un ambiente accogliente e stimolante.
Partendo da questi importanti principi di inclusione e partecipazione universale ha preso vita “Outdoor365”, un programma ambizioso e unico nel suo genere, frutto della sinergia tra due realtà estremamente attive nel settore sportivo e sociale: la Fondazione per lo Sport Silvia Parente e l’Associazione Sportiva Dilettantistica In2theWhite. Questa collaborazione ha permesso di sviluppare un progetto in grado di offrire un’ampia gamma di attività outdoor, con l’obiettivo di promuovere il benessere fisico e mentale attraverso lo sport, favorendo al contempo lo scambio reciproco e la crescita collettiva.
Maggiori opportunità in ambito sportivo a persone con disabilità
Fondazione per lo Sport Silvia Parente si occupa, dal 2006, della ideazione, realizzazione e sostegno di attività sportive inclusive, dedicate anche a persone con disabilità. L’obiettivo è quello di creare contesti in cui lo sport sia mezzo di aggregazione. «La Fondazione – racconta a Startupitalia Matteo Brusa, ideatore del progetto Outdoor365 – è nata in seguito alla vittoria di Silvia Parente, sciatrice non vedente, alle Paralimpiadi invernali di Torino 2006 in slalom gigante: l’emozione provata durante i Giochi ha spinto un affiatato gruppo di amici a creare una realtà che fino a quel momento non esisteva in Italia, il primo esperimento di ente del terzo settore nato con l’obiettivo di dare maggiori opportunità in ambito sportivo a persone con disabilità. In particolare gli sport oggetto di intervento sono lo sci alpino, il blind tennis, la corsa, camminata, le escursioni in montagna, la mountain bike, il cicloturismo, l’alpinismo e l’arrampicata sportiva».
Celebrare l’unicità di ciascuno facendo sport
«Tutte le attività progettate e sostenute da Fondazione per lo Sport Silvia Parente – sottolinea Brusa – sono destinate all’intera collettività, senza che età ed abilità dei singoli costituiscano un fattore limitante o discriminatorio, anzi. Le unicità che ognuno porta all’interno del gruppo sono un elemento di crescita fenomenale per ognuno dei partecipanti. Le nostre attività costituiscono un melting pot all’interno del quale tutte e tutti possono imparare qualcosa di nuovo dagli altri. Ogni persona è unica e celebriamo le nostre unicità divertendoci e facendo sport in compagnia».
Per raggiungere l’obiettivo il segreto è fare squadra
Per la realizzazione dei progetti, Fondazione per lo Sport Silvia Parente collabora con diverse associazioni sportive dilettantistiche, federazioni nazionali e cooperative sociali, oltre al comitato paralimpico, al fine di creare reti che permettano ad un numero sempre maggiore di persone con disabilità di cimentarsi in una delle attività sportive promosse, con l’obiettivo di migliorare le condizioni bio-psico-sociali delle persone.
Come nasce “Outdoor365”
Nel 2016, consapevoli dei grandi vuoti esistenti nel territorio bolognese e modenese nella possibilità di pratica di sport outdoor da parte di persone con disabilità, alcuni membri di Fondazione progettano un insieme di azioni da svolgersi negli anni seguenti, volte a migliorare la situazione e generare un cambiamento positivo nella comunità locale. «In particolare – spiega Brusa – il progetto Outdoor365 ha previsto diversi step, dall’ideazione e mappatura di 50 itinerari ciclabili accessibili anche a tandem e mountain bike distribuiti nel territorio della Regione Emilia Romagna alla realizzazione di corsi di formazione dedicati ad accompagnatori di persone con disabilità, sia a bordo di tandem o handbike offroad che sulle piste da sci, per l’accompagnamento di sciatori con disabilità motoria, cognitiva, sensoriale».
Grazie a questo progetto è stato possibile l’acquisto di attrezzature specifiche, come tandem e handbike offroad a pedalata assistita, monosci, dualski e altra attrezzatura dedicata allo sci alpino adattato. Come si percepisce sono tutti passi di un programma complesso e articolato che, ad esempio, ha portato nel 2021 alla realizzazione della baita accessibile presso il Centro di sci adattato del Monte Cimone, presso Passo del Lupo (Sestola, MO), e all’acquisto di un pulmino per il trasporto dei gruppi presso i luoghi di svolgimento delle attività sportive.
Ascolto di tutte le esigenze per andare oltre i pregiudizi
«Spesso le persone con disabilità faticano a trovare opportunità di movimento o anche semplicemente di aggregazione in ambienti in cui la disabilità non sia l’unico fattore che le accomuna, così come è difficile trovare ambienti in cui essere accolti senza pregiudizi. Il nostro approccio mira all’ascolto delle esigenze specifiche dei singoli e alla creazione di un contesto accessibile e inclusivo, in cui la conoscenza delle caratteristiche di ciascuno sia un tesoro, un patrimonio collettivo. Non siamo tutti uguali, non siamo tutti diversi: siamo uniche e unici e meritiamo di avere le stesse opportunità».