A Longyearbyen, oltre il circolo polare artico, le temperature vanno decisamente al di sotto dello zero e c’è buio per parecchi mesi l’anno. Siamo alle isole Svalbard, conosciute come le zone con i centri abitati più a nord del mondo. «Eppure dovrei davvero sforzarmi per trovare qualcosa che non mi piace. Da due anni a questa parte sono molto felice». Giulia Di Marino, 27 anni, è di Trieste ed è una viaggiatrice atipica. Anche lei ha visitato grandi città, ma sono altre le destiazioni che l’hanno sempre attirata.
Perché vivere alle Svalbard?
«Per un po’ di tempo sono stata in Austria: ero in un villaggio dove tutti si conoscevano. Mi era piaciuto moltissimo. Certo, le Svalbard sono un posto davvero estremo». Chi mai vorrebbe abitarci? Forse in pochi. Ma moltissimi sono curiosi di sapere come funziona la vita lassù, quali sono le abitudini, cosa si fa nel tempo libero e cosa bisogna fare quando ci si sposta.
In quella che finora è la più fredda puntata della rubrica “Italiani dell’altro mondo”, l’abbiamo intervistata per farci raccontare come il gelo artico ha fatto sbocciare in lei la voglia di condividere su YouTube e sui social la propria vita nella città più a nord del pianeta. Qui abitano poco più di 2mila persone.
«Ad esser sincera non ho sofferto i quattro mesi di buio. L’adattarmi a queste cose non mi pesa. La notte polare inizia a fine ottobre, ma il buio pesto è da metà novembre e dura fino a inizio febbraio. È uno degli unici posti dove c’è buio pesto». Come travel vlogger stanziale Giulia Di Marino non fatica a definire casa questo posto. Quando è arrivata qui nel 2022 a spingerla non è stata la voglia di diventare una content creator.
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La scelta di Giulia Di Marino
«Prima di venire qua non conoscevo nessuno, non sapevo niente del posto. Ho mandato email a tutti gli alberghi, mi piacciono le lingue. Non sono venuta per inseguire la carriera, mi sarei accontentata di qualsiasi cosa». All’apparenza può sembrare un’impresa – e forse per molti lo è davvero – ma trasferirsi alle Svalbard non è poi così difficile.
«È stato molto semplice – ci ha raccontato Giulia Di Marino -. La cosa fondamentale è trovare un lavoro, e da lì viene tutto il resto. Ti trovano l’appartamento, ti prenotano gli appuntamenti, il codice fiscale e poi devi aprire un conto bancario in Norvegia». Per il resto tocca coprirsi molto e arrangiarsi con uno stile di vita molto diverso.
Quanto costa vivere alle Svalbard?
«La vita costa parecchio: 1500 euro per un appartamento piccolo – ha evidenziato la content creator -. Qualsiasi cosa deve esser importata tanto che fare la spesa costa tre volte rispetto all’Italia. Le Svalbard sono nate come terre di carbone, ma nel tempo le miniere sono state chiuse. Quella rimasta attiva, la numero 7, verrà chiusa nel 2025. L’energia sarà prodotta non più dal carbone ma dal diesel: come scelta ecologica sarà un grande cambiamento».
Che dire poi sul tempo libero? «Se si esce dalla città bisogna essere sempre armati e avere un lancia razzi. D’estate uso il motorino nelle strade che ci sono, mentre in inverno la motoslitta». Una routine quotidiana che comporta sacrifici? Non per Giulia Di Marino, che qui è venuta anche con un obiettivo: abituarsi a qualcosa che le persone reputano giustamente fuori dall’ordinario. «L’aurora boreale: la puoi vedere verde, rosa, viola, anche rossa a volte. È stupenda. Era uno dei motivi per cui mi sono trasferita. E poi anche la Luna quando illumina il paesaggio: a volte nelle foto sembra quasi giorno talmente tanta luce c’è».
Come italiana dell’altro mondo, la content creator ha deciso di recente di licenziarsi e di dedicare tutti i propri sforzi al lavoro su YouTube e sui social. «Da quando ho cominciato a lavorare è arrivata una infinità di gente che apriva la porte dell’albergo solo per salutarmi. Qui c’è pure una piccola comunità di italiani. Se devo pensare al lavoro dei miei sogni è viaggiare e raccontare storie. Tanto valeva dunque accendere la telecamera e far vedere posti remoti che altre persone non riuscirebbero a visitare».
Nel suo futuro ci sono ancora le Svalbard, ma non esclude altre avventure. «Non resterò qua per sempre, ho in mente altri viaggi. Mi piace stare almeno qualche mese in un posto». Con una community che l’ha ormai identificata come esperta di vita nordica, ci tiene però a fare una precisazione. Per quanto certi luoghi possano ispirare desolazione e solitudine, qui lei ha trovato tutt’altro.
«Non sono affatto una persona solitaria. Più che altro trovo gratificante arrivare in un posto che richiede fatica, dove so che vive una popolazione felice. E questo mi spinge ad adattarmi. Non vengo qui per fare l’eremita, mi piace socializzare e sono sempre in contatto con le persone». Pur non avendo il nostro Paese luoghi così remoti, ha in programma un ritorno in Italia? «L’Alta Badia è il mio luogo del cuore, dove un giorno vorrei sistemarmi».