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L’economia circolare non è uno slogan da conferenza, ma un paradigma industriale fondamentale per settori chiave della produzione in Europa. Basti pensare a tutte le potenzialità del riuso in ambiti come automotive ed elettronica. Il progetto CIRC-UITS (Circular Integration of independent Reverse supply Chains for the smart reUse of IndusTrially relevant Semiconductors) è stato lanciato dall’UE proprio per dimostrare come sia possibile recuperare materiali da prodotti in fine vita e trasformarli in componenti elettronici ad alto valore aggiunto, riducendo la dipendenza europea da forniture extra-UE e contribuendo a un futuro più sostenibile. Questa iniziativa è cruciale in comparti dove il riutilizzo dei semiconduttori può fare la differenza.
Per conoscere di più su questa iniziativa il MADE Competence Center di Milano, nel campus del Politecnico di Milano a Bovisa, è in programma mercoledì 11 giugno un evento parte del calendario della EU Green Week (qui il link per le iscrizioni). “Driving Circularity in Electronics and Automotive” sarà un’occasione per conoscere visioni e applicazioni concrete dell’economia circolare in verticali strategici dell’industria.

Chip, gli obiettivi di CIRC-UITS
La crisi dei chip che il mondo ha iniziato a scoprire durante la pandemia non si è affatto risolta. Le incertezze geopolitiche pongono l’Europa di fronte a uno scenario in cui gli Stati Uniti e la Cina accelerano per potenziare le industrie, mentre Bruxelles continua a fare i conti con una eccessiva dipendenza dall’esterno. CIRC-UITS propone un cambiamento radicale: non limitarsi a produrre nuovo hardware, ma ripensare l’intero ciclo di vita dei dispositivi. Gli obiettivi principali sono molteplici e intrecciati, ma si possono sintetizzare così: sbloccare il pieno potenziale delle pratiche circolari grazie alle tecnologie digitali.
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In pratica, si tratta di tracciare i materiali critici, condividere informazioni lungo la filiera e ridurre i costi di transazione legati alla raccolta e al recupero, supportando anche la verifica ambientale secondo gli standard UE. Parallelamente, si punta a potenziare l’efficienza nell’uso delle risorse, diminuendo l’impatto ambientale della produzione elettronica e individuando i migliori scenari di fine vita per aumentare il riuso, il refurbishing, il remanufacturing e il riciclo. Infine, la standardizzazione delle informazioni tra i leader industriali permette di mostrare con dati alla mano i reali benefici delle pratiche circolari, accompagnati da azioni di disseminazione, comunicazione e formazione nelle aziende e nell’opinione pubblica.

Gemello digitale per l’industria
Per tradurre in pratica questi concetti, CIRC-UITS sviluppa un vero e proprio “digital toolbox”, all’interno del quale spicca il Digital Twin del prodotto: come per molti altri scenari in questo caso il gemello digitale è uno strumento che valuta la sostenibilità e la circolarità lungo l’intero ciclo di vita, dalla progettazione fino alla dismissione. Durante la fase di design – cruciale perché condiziona ogni passo successivo – si utilizza il gemello digitale per simulare gli impatti ambientali, calcolare parametri di riparabilità e identificare la criticità dei materiali presenti nei diversi componenti.
In questo modo chi progetta può inserire requisiti di sostenibilità e confrontare più scenari, scegliendo la configurazione che massimizza la durabilità, la facilità di smontaggio e la possibilità di riciclo. Si tratta di un approccio pragmatico che già nel settore auto sta mostrando come un sensore per la pressione pneumatici o un’unità di controllo elettronico possano nascere sin dalla progettazione con l’idea di finire nuovamente sul mercato, dopo un ciclo di rigenerazione, anziché finire in discarica.
Un altro aspetto chiave è il monitoraggio delle materie prime critiche: se abbiamo imparato qualcosa dalla penuria di semiconduttori durante la pandemia, è che l’Europa resta fortemente dipendente da Paesi terzi per molti componenti essenziali. Con il dashboard dei materiali critici integrato nel Digital Twin, si valuta in tempo reale quali componenti contengono metalli strategici come cobalto, litio o terre rare, e si possono ridefinire le filiere in modo tale che, alla fine del ciclo di vita, i prodotti diventino a loro volta fonte di nuove materie prime.

Una terza via europea?
In altre parole, invece di rincorrere chi estrae minerali dall’altro capo del mondo, le imprese europee possono iniziare ad auto-alimentarsi attraverso il ricondizionamento interno dei propri dispositivi. Sono tutti argomenti che saranno affrontati con esperti e rappresentanti di istituzioni e aziende l’11 giugno al MADE di Milano.
Un ulteriore elemento di forza del progetto è l’attenzione alla standardizzazione a livello nazionale ed europeo. Solo attraverso processi standardizzati, che coinvolgono comitati tecnici, gruppi di lavoro è possibile uniformare i criteri di tracciabilità, qualità e sostenibilità dei componenti elettronici, facilitando l’adozione delle best practice circolari in tutti i Paesi UE. Senza un linguaggio condiviso, la comunicazione tra attori della filiera rischia di rimanere frammentata, vanificando gli sforzi di innovazione.
In prospettiva, CIRC-UITS pone le basi per un cambiamento strutturale: dal design “just in case” verso un design “just in time” di risorse secondarie, dove la riparabilità prevede che i dispositivi, una volta ritirati dal mercato, possano essere facilmente smontati e rigenerati – evitando di disperdere metalli preziosi e riducendo la produzione di scarti. Grazie all’integrazione di metodi di Intelligenza artificiale, come il machine learning, il Digital Twin diventa sempre più accurato nel predire il comportamento ambientale dei prodotti e nel proporre scenari alternativi. In sostanza, si passa da una logica di smaltimento a una di valorizzazione continua, in cui il fine vita di oggi è la materia prima di domani.