Il bonus sport figli, pensato per sostenere economicamente l’accesso dei minori allo sport, punta a intervenire sulle disuguaglianze che per molte famiglie diventano ostacoli strutturali. Per iscrivere un figlio a un corso di calcio, di nuoto o danza servono cifre che non tutti possono permettersi. Il bonus nasce, quindi, con questa premessa, ma si rivolge solo a una fascia precisa: chi ha un ISEE fino a 15mila euro. Ecco come funziona nel dettaglio e a quanto ammonta.
Leggi anche: Vertice USA-UE, ecco chi non festeggia in Borsa per la possibile pace tra Russia e Ucraina
Il bonus sport
Il contributo massimo previsto è di 300 euro per figlio, fino a un massimo di due figli per nucleo. Non è cumulabile con altri incentivi che riguardino la stessa attività, e viene versato direttamente all’ente sportivo, bypassando le famiglie. È una misura che interviene “a monte”, evitando usi impropri, ma che impone alle famiglie un’adesione a un sistema organizzato, tracciato, controllato.
Non basta che un corso sportivo esista: deve essere riconosciuto. Il regolamento prevede, infatti, che possano accedere al sistema solo gli enti che soddisfano determinati requisiti. Devono appartenere a categorie ben definite – associazioni e società sportive dilettantistiche, enti del Terzo Settore, ONLUS – e dimostrare di avere una proposta formativa con almeno due lezioni a settimana. La finestra per candidarsi si chiude l’8 settembre 2025: chi non rientra nei tempi o nei criteri rimane fuori.
Il corso, per essere finanziabile, deve iniziare entro metà dicembre e concludersi entro fine giugno 2026. Nessuna flessibilità ulteriore è prevista, e questo riduce le opzioni disponibili, specie nei piccoli centri o per discipline meno praticate.
La seconda fase – quella che coinvolge le famiglie – parte dopo la pubblicazione dell’elenco ufficiale degli enti accreditati, attesa per la fine di settembre 2025. A quel punto, i genitori potranno selezionare un corso approvato e presentare domanda attraverso la piattaforma digitale.