Se ormai non si contano le versioni del Chuwi MiniBook, un motivo ci sarà: l’idea di fare un mini-mini laptop evidentemente piace. E rifinitura dopo rifinitura siamo ormai arrivati all’edizione 2025, ovvero al MiniBook X 10.51″, dove il numero sta per la diagonale dello schermo touchscreen e la sola differenza rispetto al MiniBook del 2024 è nel processore Intel: un N150 rispetto al vecchio N100. La domanda perciò viene spontanea e speriamo di potervi dare risposta con questa nostra recensione: come se la cava il MiniBook X N150?

Mettiamo il Chuwi MiniBook X N150 alla prova
Benissimo, inutile dilungarsi oltre. Se state cercando un laptop da battaglia da portare ovunque, che non occupi posto e che all’occorrenza possa trasformarsi in tablet, avete il device dei vostri sogni a portata di mano. Vi basterà spendere 429 euro, ma mentre scriviamo questa recensione il MiniBook X N150 si trova in sconto sul sito ufficiale del produttore cinese a partire da 350 euro.
“Rispetto ai tablet, il MiniBook X essendo un laptop ha solide cerniere che collegano le due valve. Si può insomma tenere sulle gambe senza pericolo di capottamenti“
Intendiamoci, non è una scheggia e non è il laptop su cui far girare Photoshop, Premiere e soprattutto videogame recenti, ma se le vostre esigenze sono moderate (scrittura di testi e mail, navigazione online, presentazioni, compilazione di fogli di calcolo…) allora si rivelerà un ottimo collega d’ufficio.

Soprattutto, grazie all’intelligente configurazione “yoga”, può essere disposto a capanna, così da lavorare anche nei luoghi più ristretti e di fortuna che non permetterebbero di utilizzare la tastiera (piegandolo subentra direttamente il touch screen che non è dei più sensibili e richiede pressioni decise, il che comunque è anche un bene visto che non capterà ogni minima ditata accidentale mentre lo si tiene in mano). Peraltro sempre Chuwi ha nel proprio negozio diverse stylus alimentate a pile che potrebbero fare al caso vostro.

Vi starete chiedendo perché allora non rivolgersi direttamente a un tablet. Domanda legittima. Tanto più che la scuderia Chuwi include un device del tutto simile per dimensioni: il curiosissimo Hi10 X1 che abbiamo recensito all’inizio di quest’anno. I motivi sono due: anzitutto, il MiniBook X essendo un laptop ha solide cerniere che collegano le due valve. Si può insomma tenere sulle gambe senza pericolo di capottamenti vari inevitabili con le custodie con tastiera dei tablet tradizionali.

Il secondo chiama invece in causa le specifiche dell’Hi10 X1, che si basa su di una ottima intuizione, ma ci costringe a fare i conti con una risoluzione d’antan a essere gentili: 1200×800. Il MiniBook X, invece, porta in dote un pannello IPS di qualità da 2K che è un vero piacere per gli occhi.
“Se lo schermo è ottimo, la tastiera è della medesima qualità: gommata, robusta, dal feedback piacevole”
La definizione 1200×1920 diventa essenziale quando si lavora su visori tanto piccini, quindi a differenza dell’Hi10 X1 è possibile spingersi in sessioni di lavoro più lunghe del previsto. Anche se in quel caso assicuratevi d’avere a disposizione un piano d’appoggio perché il MiniBook X scalda tantissimo e tenerlo sulle gambe non sarà sempre possibile.

Spiace invece osservare che rispetto all’Hi10 X1 col MiniBook X Chuwi abbia ridotto al minimo le porte USB: due di tipo C (quella superiore per il passaggio di dati e dunque per la ricarica, quella inferiore permette anche il trasferimento del segnale video), un jack audio e stop. Nessun ingresso USB-A: vanno sparendo, vero, ma talvolta si hanno dongle o pen-drive dunque bisognerà munirsi di un adattatore (reperibilissimi e per nulla costosi).
“Il MiniBook X porta in dote un pannello IPS di qualità da 2K che è un vero piacere per gli occhi”
L’aspetto positivo è che se avete un caricabatterie per smartphone sufficientemente moderno potrete utilizzare quello per alimentarlo, passando proprio per la USB-C così da non dovervi portare sempre dietro il suo, che comunque è piccolino e maneggevole (ed è USB-C). E dato che la batteria da 28,88 Wh regge 3-4 ore di lavoro, quando si è in giro sempre meglio avere un powerbank o comunque modo di attaccarlo alla corrente.

Se lo schermo è ottimo, la tastiera è della medesima qualità: gommata, robusta, dal feedback piacevole. A voler essere pignoli manca la retroilluminazione che, al contrario, avevamo visto in quella dell’Hi10 Max, uno dei migliori tablet provati nell’ultimo periodo. Nulla da dire sul touchpad: sensibile e, per quanto di dimensioni ridotte, comodissimo.

E poi c’è il prezzo. Come già si anticipava all’inizio di questa recensione il MiniBook X sul sito ufficiale è offerto attualmente a 350 euro nella variante 12+512 GB che salgono a 360 per quella da 16+512 GB. A proposito della RAM, tutti i tagli sono LPDDR5 e non era scontato. Il listino inoltre può pure scendere a 320 euro laddove voleste tornare alla versione con processore Intel Celeron N100 dello scorso anno.

I due chip, sostanzialmente, si equivalgono: non ci sono scatti generazionali tali da propendere per l’acquisto del più recente, anche perché non è un device pensato per il fotoritocco, l’editing video o il gaming. Chuwi ha diversi laptop che permettono tutto questo, ma il prezzo sale considerevolmente, come pure le dimensioni del pannello. Del resto sarebbe un imbuto avere tanta potenza con un 10 pollici.

Insomma, il MiniBook X va inteso per quello che è: un mini laptop ideale da portare a spasso, che si debba studiare nella biblioteca universitaria o affrontare una giornata di pitch trotterellando da un investitore all’altro. La presenza di Windows 11 permetterà ai più di sentirsi subito a casa, agevolando lo spostamento di file dalla postazione fissa a questa mobile. E il prezzo altamente concorrenziale, oltre a farne un prodotto per tutte le tasche, lo rende anche un device “da battaglia” da trascinarsi dietro senza troppi patemi quando si viaggia per lavoro o divertimento. Davvero un dispositivo intelligente.