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Ogni giorno, dietro una formula o una tecnologia, c’è qualcuno che prova a risolvere un pezzo di futuro. Dalla curiosità che accende un laboratorio può nascere una startup; da un esperimento, una soluzione capace di ridurre le emissioni o salvaguardare un ecosistema. È proprio questa trasformazione che viene celebrata (e premiata) con la Menzione speciale Eni Joule for Entrepreneurship.
Nata per premiare la ricerca scientifica d’eccellenza nei campi dell’energia e dell’ambiente, l’Eni Award è da oltre quindici anni uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel panorama internazionale. Ma da alcuni anni, accanto ai laboratori e agli istituti di ricerca, c’è un nuovo protagonista: l’imprenditore. Con la Menzione speciale Eni Joule for Entrepreneurship, Eni – attraverso Joule, la sua scuola per l’impresa – riconosce e sostiene quei team e startup capaci di tradurre la conoscenza in soluzioni applicabili, scalabili e sostenibili, contribuendo alla creazione di un ecosistema dell’innovazione green.
L’edizione 2025, premiata al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha valorizzato tre realtà italiane che esprimono con chiarezza i principi alla base della Menzione: Exe Engineering for Environment, Koalisation Società Benefit ed Eoliann Società Benefit.

Eni Award: la ricerca come motore di transizione
Giunto alla diciassettesima edizione, l’Eni Award rappresenta un punto di riferimento per la ricerca scientifica nei settori dell’energia e della sostenibilità ambientale. Dal 2008 ha raccolto oltre undicimila candidature da tutto il mondo, valutate da una commissione che ha annoverato anche sei Premi Nobel.
Tra le categorie principali figurano la Transizione Energetica, le Frontiere dell’Energia e le Soluzioni Ambientali Avanzate, oltre ai riconoscimenti per i Giovani Ricercatori e i Talenti dall’Africa. La Menzione Eni Joule, introdotta per valorizzare chi opera nel campo dell’imprenditoria innovativa, si inserisce nel percorso con cui Eni promuove il trasferimento tecnologico e sostiene la nascita di nuove imprese sostenibili.
Quando l’innovazione incontra il merito
Le startup e i team candidati alla Menzione Eni Joule for Entrepreneurship vengono selezionati attraverso un processo articolato in due fasi: una pre-valutazione interna condotta da una Commissione Eni e una valutazione finale affidata a una Commissione Esterna composta da rappresentanti dell’ecosistema nazionale dell’innovazione.
I criteri di selezione privilegiano la competenza del team, il grado di innovazione tecnologica e lo stato di sviluppo del progetto, oltre al potenziale di mercato e alla capacità di generare valore ambientale e sociale nel lungo periodo.
Il riconoscimento è destinato a startup, spin-off universitari e team imprenditoriali impegnati su soluzioni che contribuiscano alla decarbonizzazione, all’economia circolare e alla lotta al cambiamento climatico, in linea con gli obiettivi di una transizione energetica equa e sostenibile.

Tre traiettorie per un’innovazione sostenibile
Le tre startup premiate spaziano dalla valorizzazione del biogas e dei rifiuti alla finanza climatica come strumento di sviluppo sostenibile, fino all’uso dell’intelligenza artificiale per la previsione dei rischi climatici. Tre prospettive diverse, unite dalla stessa visione: rendere la transizione energetica più efficiente, equa e fondata sull’innovazione.
Exe Engineering for Environment: dal biogas alle nuove frontiere dell’economia circolare
Fondata nel 2019 a Poggibonsi da Gianni Cordaro, Exe Engineering for Environment nasce con l’obiettivo di rendere meno impattanti le attività umane, applicando i principi dell’economia circolare alla gestione dei rifiuti e dell’energia. La startup ha sviluppato una soluzione brevettata, hardware e software, per automatizzare e ottimizzare la captazione del biogas dalle discariche, migliorando l’efficienza e riducendo le emissioni. Il team, composto da ingegneri, economisti, programmatori e data analyst, lavora per trasformare i rifiuti in risorse e dimostrare che la tecnologia può essere al servizio della sostenibilità senza sacrificare la competitività.
«Entrare a far parte della rete di Joule è stato per noi un vero punto di svolta: ha accelerato lo sviluppo del nostro business grazie alle competenze delle persone coinvolte e alla qualità del network – commenta Gianni Cordaro, CEO & founder di EXE – Engineering for Environment -. Da lì è nata anche la candidatura e la successiva vittoria del premio Eni Award 2025 che, oltre a regalarci l’emozione unica di stringere la mano al Presidente Mattarella, ha rappresentato un riconoscimento importante per la nostra tecnologia e per la startup stessa agli occhi di partner e clienti. In termini di visibilità e posizionamento, è stata una spinta straordinaria».
«Subito dopo il premio abbiamo avviato un dialogo costruttivo con aziende e fondi legati al mondo Eni, fino ad arrivare all’opportunità di realizzare diversi PoC direttamente con Eni SpA. Parallelamente abbiamo stretto partnership strategiche con realtà leader nel settore delle energie rinnovabili e della gestione ambientale, ampliando la nostra prospettiva da nazionale a internazionale. Oggi il nostro impegno è “scaricare a terra” questa visione, trasformando le collaborazioni in progetti concreti e ad alto impatto».
«Per accelerare davvero la transizione energetica, la priorità è investire nelle geografie dove il divario tecnologico è ancora ampio: lì i benefici possono essere maggiori e più rapidi. Noi di EXE lavoriamo nelle discariche per la captazione e valorizzazione energetica del biogas: basta pensare alle discariche non gestite del Sud del mondo per capire quanto il metano disperso in atmosfera possa diventare, se ben intercettato, un vettore energetico per la decarbonizzazione di quei Paesi. Grazie a Joule, oggi abbiamo questa visione globale e concreta dell’impatto che possiamo generare».
Koalisation: la finanza climatica come leva di impatto
Koalisation Società Benefit è una climate-tech italiana che dimostra come la sostenibilità possa diventare un vero asset strategico. Attraverso progetti di clean cooking e bioenergie rigenerative in Africa, la startup riduce fino al 70% il consumo di carbone nelle comunità locali, migliorando salute, economia e qualità dell’aria.
Il suo modello Impact as an Asset consente alle imprese di investire in progetti ad alto impatto sociale e ambientale, generando ritorni misurabili in termini di emissioni evitate e sviluppo sostenibile. Koalisation porta così nel settore della carbon finance un approccio trasparente e innovativo, che unisce valore economico e rigenerazione ambientale, trasformando l’impatto positivo in una nuova forma di ricchezza condivisa.
«L’esperienza con Joule è stata per noi un punto di svolta strategico: ci ha permesso di accedere a una formazione di altissimo livello e a una rete di partnership tra imprese e startup che ha ampliato la nostra visione e la nostra capacità di execution – commenta Matthieu Meneghini, CEO & Co-founder di Koalisation -. Il networking continuo e il supporto operativo ricevuto hanno favorito il nostro ingresso nel primo progetto concreto con Eni, una collaborazione che ha letteralmente fatto la differenza nel nostro percorso di crescita e validazione del modello di impatto».
«Oggi il premio rappresenta un riconoscimento di fiducia e di visione, ma anche una responsabilità: vogliamo trasformare la collaborazione con Eni in un percorso operativo di ricerca, sviluppo e industrializzazione, capace di generare soluzioni tangibili per la transizione energetica. Il nostro obiettivo è diventare leader mondiali nella risoluzione delle problematiche legate alla catena del dirty cooking, costruendo un ecosistema aperto e replicabile che permetta a ONG, cooperative e imprese sociali di tutto il mondo di adottare il nostro stesso modello operativo».
«Non vogliamo solo crescere, ma moltiplicare l’impatto: creare una rete globale di attori capaci di generare cambiamento locale, con risultati misurabili e sistemici. Come diceva Archimede, “datemi una leva e vi solleverò il mondo”. Noi siamo quella leva. Per accelerare davvero la transizione energetica serve ridurre i consumi e le inefficienze, valorizzando le risorse naturali e rinnovabili non solo come fonti di produzione, ma anche nei processi di distribuzione e stoccaggio. Integrare la preservazione ambientale con la trasformazione degli scarti agroalimentari in energia significa creare sistemi circolari e resilienti, in cui natura e tecnologia collaborano per rigenerare valore e ridurre le emissioni in modo concreto e sostenibile».
Eoliann: l’intelligenza artificiale per prevedere i rischi climatici
Nata a Torino nel 2022, Eoliann Società Benefit unisce AI, dati satellitari e scienza del clima per anticipare gli effetti degli eventi meteorologici estremi. Fondata da Roberto Carnicelli, Chiara Mugnai, Giovanni Luddeni ed Emidio Granito, la startup ha sviluppato una piattaforma predittiva che utilizza dati dell’Agenzia Spaziale Europea e della NASA per quantificare i rischi fisici legati al cambiamento climatico — come alluvioni, siccità e ondate di calore — aiutando imprese e istituzioni a costruire strategie di resilienza data-driven. In pochi anni, Eoliann è passata da quattro a oltre venti professionisti, provenienti da università e centri di ricerca europei, diventando un punto di riferimento nel nascente mercato dell’AI per la climate risk intelligence.
«Questo riconoscimento al Quirinale è un moltiplicatore di fiducia verso la nostra missione e arriva in un momento strategico, subito dopo il nuovo aumento di capitale con l’ingresso di investitori internazionali che ci permetterà di accelerare ulteriormente la crescita – spiega Roberto Carnicelli, Co-Founder & CEO di Eoliann -. Da grandi opportunità derivano grandi responsabilità. Ora ci concentriamo su due fronti: prodotto e go-to-market. Sul primo, stiamo sviluppando una piattaforma unica che integri tutti i nostri modelli predittivi, per trasformare la resilienza climatica in un’opportunità di crescita per le infrastrutture, con ritorni misurabili».
«Amplieremo anche la gamma di eventi modellizzati: oltre ad alluvioni, siccità, incendi, frane e piogge estreme, introdurremo tempeste di vento e ondate di calore. Sul lato commerciale, invece, puntiamo a player consapevoli dell’impatto crescente degli eventi estremi sulla continuità del servizio — oggi i danni alle infrastrutture in Europa valgono oltre 10 miliardi di dollari l’anno e cresceranno del 400% nei prossimi 40 anni».
«Collaboriamo con realtà come Terna e Italgas e continueremo a spingere perché il mercato diventi più lungimirante, nell’interesse dei cittadini e degli stakeholder di queste aziende. La parola chiave, per accelerare davvero la transizione energetica, è resilienza. Non può essere solo una corsa al breve termine: dobbiamo creare valore oggi pensando al domani. Questo significa semplificare i processi autorizzativi — perché senza tempi certi e procedure snelle le innovazioni restano sulla carta — e incentivare progetti integrati che guardino non solo al mix energetico, ma allo sviluppo sostenibile dei territori, con infrastrutture resilienti e benefici concreti per le comunità».
L’innovazione che genera valore condiviso
Attraverso la Menzione Eni Joule for Entrepreneurship, Eni conferma la propria visione integrata dell’innovazione: non solo ricerca e sviluppo, ma anche imprenditorialità diffusa e collaborazione tra scienza, startup e impresa. Le tre realtà premiate dimostrano come la tecnologia possa farsi leva concreta di cambiamento, creando valore ambientale, economico e sociale. Dalla captazione del biogas alla rigenerazione degli ecosistemi, fino ai modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale, ogni progetto racconta una parte della stessa storia: quella di una transizione energetica costruita dalle persone, con idee che diventano impatto reale.


