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Un incentivo rivolto alle aziende, per investire e innovare. Sono ammesse spese per il personale, canoni di beni materiali mobili e software.
Il Credito d’Imposta Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design (CIRSID) è fra i più apprezzati dalle imprese italiane, in quanto consente di sviluppare nuovi modelli di business o sperimentare innovative soluzioni di processo. Le aziende che hanno sviluppato progetti di Ricerca e Sviluppo sostenendo degli investimenti, dal 2020 al 2022, possono beneficiare dell’incentivo.
Cosa si intende per Ricerca e Sviluppo
Questo tipo di misura si pone l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti in Ricerca e Sviluppo.
Quali sono le attività che il CIRSID può supportare? Che cosa, e con quali criteri, rientra negli ambiti della Ricerca e Sviluppo?
Possiamo suddividere tre macrocategorie, nelle quali far rientrare le spese ammissibili.
- Ricerca fondamentale: comprende i lavori sia teorici che sperimentali svolti dall’impresa per acquisire nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzi commerciali diretti. Si tratta di attività che mirano all’ampliamento delle conoscenze scientifiche e tecniche, non necessariamente collegate a obiettivi industriali o commerciali.
- Ricerca industriale, ovvero ricerca pianificata o indagini mirate ad acquisire nuove conoscenze e capacità da utilizzare per sviluppare nuovi prodotti, processi, servizi o apportare un notevole miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti. Ricerche o indagini critiche per acquisire nuove conoscenze che possano essere funzionali per mettere a punto nuovi processi produttivi e servizi.
- Sviluppo sperimentale, acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale e di altro tipo, allo scopo di sviluppare prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati. Rientrano in questa definizione anche altre attività destinate alla definizione concettuale, alla pianificazione e alla documentazione concernenti nuovi prodotti, processi o servizi. Ad esempio, i prototipi e la realizzazione di prodotti pilota, test e convalida di prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati.
I 5 criteri da soddisfare
Affinché un progetto possa essere considerato di Ricerca e Sviluppo, deve prevedere delle attività (sia di tipo continuativo, che occasionale) che soddisfino contemporaneamente cinque criteri fondamentali:
- Novità: devono puntare su nuove scoperte;
- Creatività: basarsi su idee originali;
- Incertezza: non essere sicuri dell’esito finale;
- Sistematicità: attività pianificate o preventivate nel dettaglio;
- Trasferibilità: risultati possono essere liberamente trasferiti o scambiati in un mercato;
Spese ammissibili e aliquote
Per questo tipo di progetti possono essere valorizzate le spese per il personale tecnico e ricercatori, direttamente coinvolti nelle attività, sia con rapporto di lavoro autonomo, sia subordinato, che con altra tipologia di rapporto. Se le figure professionali vengono assunte a tempo indeterminato, sono al primo impiego con meno di 35 anni, con un dottorato concluso o in corso, oppure con una laurea magistrale in discipline tecnico scientifiche, si deve considerare il costo al 150% per il calcolo del credito spettante.
Rientrano nelle spese agevolabili gli ammortamenti, i canoni di locazione e altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati nell’attività di ricerca, nel limite massimo complessivo del 30% delle spese del personale.
Le attività di Ricerca e Sviluppo possono essere esternalizzate, pertanto, rientrano tra le spese ammissibili gli importi dei contratti extra-muros stipulati, ovvero dei contratti con fornitori terzi in virtù dei quali alcune delle attività di ricerca sono state esternalizzate. Nel caso di contratti stipulati con università, enti di ricerca e startup innovative italiane, la spesa concorre a formare la base per il calcolo del credito d’imposta spettante, per un importo pari al 150% del loro ammontare.
Si aggiungono le quote di ammortamento relative all’acquisto (ma anche alla licenza d’uso) di privative industriali da parte di aziende fiscalmente residenti in Italia, per un totale massimo di 1 milione di euro.
Infine, nel limite massimo del 30% delle spese del personale si aggiungono al calcolo i costi dei servizi di consulenza inerenti alle attività di ricerca e sviluppo, e le spese per l’acquisto di materiali, forniture e altri prodotti analoghi.
In conclusione, per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico, il credito d’imposta è riconosciuto, fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022, in misura pari al 20% della relativa base di calcolo, assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro.
Dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2022 e fino a quello in corso al 31 dicembre 2031, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10%, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro.
Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo nel Mezzogiorno
Il CIRSID per incentivare l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi delle imprese operanti nelle aree del Mezzogiorno ha introdotto una specifica maggiorazione delle aliquote, per gli investimenti in attività di Ricerca e Sviluppo effettuati da imprese domiciliate nel Sud Italia.
Il provvedimento si rivolge alle imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, compresi i progetti di Ricerca e Sviluppo in materia di COVID-19.
Nello specifico le agevolazioni sono:
- 25% per le grandi imprese, che occupano almeno 250 persone, il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro;
- 35% per le medie imprese, che occupano meno di 250 persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro;
- 45% per le piccole imprese, che occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro.
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