In collaborazione con |
Un’importante novità per gli incentivi di Invitalia, una parte del finanziamento si può convertire per ridurre i debiti delle startup. Ecco i requisiti necessari.
La novità è rilevante e potrebbe rappresentare una autentica svolta: le startup innovative beneficiare delle agevolazioni Smart&Start Italia, ora possono trasformare una quota del finanziamento agevolato, in contributo a fondo perduto, che non prevede l’obbligo di restituzione. Un’opzione che può consentire di ridurre la quota di debito associata alla misura e che introduce incentivi premianti per quelle startup che riescono a coinvolgere investitori nel proprio piano di crescita. Vediamo di cosa si tratta.
Chi può convertire il finanziamento?
Convertire una parte del finanziamento agevolato in contributo a fondo perduto: è questa la nuova possibilità per le startup finanziate con Smart&Start Italia, l’incentivo di Invitalia dedicato alle imprese ad alto contenuto di innovazione. Grazie al decreto ministeriale del 24 febbraio 2022, e alla successiva circolare del Ministero dello Sviluppo Economico del 4 luglio 2022, le startup già ammesse alle agevolazioni previste dallo Smart&Start possono chiedere di trasformare in fondo perduto una quota del mutuo, se nella società vengono realizzati investimenti in capitale di rischio nella forma di investimento in equity, ovvero di conversione in equity di uno strumento in forma di quasi-equity da parte di investitori terzi o di soci persone fisiche. In sostanza, la possibilità di convertire una quota del finanziamento agevolato, in fondo perduto è riservata alle imprese interessate da un’operazione di aumento di capitale, in denaro.
Il nuovo apporto di capitale può essere effettuato da persone fisiche o investitori terzi qualificati, come acceleratori e incubatori con consolidata esperienza, business angels che abbiano investimenti attivi e un track record consolidato nel settore del venture capital, family offices che si qualificano come investitori professionali, società di gestione del risparmio, società di investimento a capitale variabile o fisso che gestiscono direttamente i propri patrimoni, società di gestione di fondi d’investimento alternativi e altri soggetti autorizzati.
Investimenti di almeno 80mila euro per 3 anni
L’agevolazione è decisamente interessante e utile, ma come di dice in questi casi non è a pioggia, non tutti possono beneficiarne e ci sono alcuni requisiti molto chiari da rispettare.
- L’investimento nel capitale deve ammontare almeno a 80mila euro;
- la quota societaria acquisita deve essere mantenuta dall’investitore per almeno di tre anni;
- Il contributo di investitori terzi non deve determinare una partecipazione di maggioranza;
- Il finanziamento agevolato è convertibile fino a un importo del 50% delle somme apportate dagli investitori terzi e comunque non oltre oltre il 50% del totale delle agevolazioni concesse alla startup.
Come si calcola il fondo perduto
Il finanziamento agevolato è convertibile in contributo a fondo perduto fino a un importo pari al 50% delle somme apportate come aumento di capitale (oltre l’importo del contratto di finanziamento) e, comunque, fino a un massimo del 50% del totale delle agevolazioni concesse.
Per le startup localizzate al Sud o nel Cratere Sismico del centro Italia, che hanno già beneficiato in passato di una quota di finanziamento a fondo perduto, questa si va a sommare al limite del fondo perduto disponibile.
La modalità della domanda
La domanda di conversione del debito può essere presentata da tutte le startup beneficiarie delle agevolazioni Smart&Start, dopo aver ricevuto l’ultima erogazione a saldo.
Tuttavia, è fondamentale sapere la data di chiusura del piano d’impresa.
Le startup che hanno già chiuso il piano d’impresa Smart&Start al 4 luglio 2022 devono fare domanda di conversione entro 36 mesi dalla data di realizzazione del piano, e devono aver ricevuto l’ultima erogazione fino a 24 mesi prima della pubblicazione della Circolare del 4 luglio 2022. Tutte le startup che hanno ricevuto l’erogazione a saldo in data antecedente, dunque, sono escluse.
Le imprese che invece non hanno chiuso i piani d’impresa Smart&Start entro il 4 luglio 2022, comprese tutte quelle che in futuro faranno domanda e beneficeranno del finanziamento Smart&Start, dopo l’ultima tranche di rimborso di Invitalia potranno chiedere di convertire parte del loro debito in fondo perduto.
Se vuoi avere maggiori dettagli sulle regole di funzionamento dell’agevolazione descritta, leggi questo approfondimento Smart&Start: conversione del finanziamento in contributo a fondo perduto.
Per verificare nel dettaglio la compatibilità della tua azienda con i requisiti specifici richiesti da una o più delle misure indicate, scopri bandzai!