Dalle pillole per gli anziani ai non udenti, con MEMiO, Passparyou, Icedreams, Tutored e IntendiMe nessuno resta escluso: ecco chi sono le startup che Merialdo, Magnifico e Coppola hanno accompagnato per il tour newyorkese
Le startup italiane corrono. Crescono e imparano velocemente. L’ho visto dal campione di cinque giovani società che ho incontrato venerdì 4 settembre alla fine della loro settimana a New York. Erano i vincitori dell’edizione 2015 di InnovAction Lab, reduci da un programma molto intenso di incontri con protagonisti dell’ecosistema newyorkese di startup – dagli investitori ai gestori di incubatori passando per chi lavora nelle società – organizzato molto bene dai loro mentori: il professore di Informatica Paolo Merialdo, l’amministratore di LVenture Roberto Magnifico e il direttore del programma di accelerazione di LUISS ENLABS Augusto Coppola.
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Oltre alla loro giovane età – sono tutti studenti universitari e quindi attorno ai 22-23 anni – mi ha colpito la loro voglia di sentirsi subito al passo con la “velocità” della Grande Mela e la loro mentalità in sintonia con quella americana. Non a caso parecchi di loro hanno avuto già esperienze di vita negli Stati Uniti, che li hanno arricchiti di una marcia in più, e hanno anche già avuto esperienze di lavoro con cui hanno mostrato il loro spirito imprenditoriale.
MEMiO, l’app per ricordare alle nonne le pillole
«Quando avevo 16 anni ho studiato sette mese negli Usa, in Kentucky, ho costruito un quadcopter e ho guadagnato i miei primi quattrini vendendo hot-dog, CDs e preservativi ai miei compagni di classe», racconta per esempio Benedetto Buratti, studente di Ingegneria che e’ stato uno dei fondatori di MEMiO (http://memiopill.com ), la startup romana arrivata prima nella competizione di InnovActionLab. Memio – che ora e’ guidata da Roberta Musaro’ – vuol risolvere un problema molto comune, quello degli anziani bisognosi di cure ma che si dimenticano facilmente di prendere le medicine prescritte. La soluzione è un portapillole “intelligente” che eroga le pillole al momento giusto, ricordando al paziente di prenderle e tenendo i suoi cari e il suo dottore informati sul suo stato. «Qui a New York ho imparato quanto e’ importante far sentire che ci metti molta passione nella tua impresa, anche se ovviamente la passione non basta», ha detto Benedetto.
Passparyou niente più problemi di sicurezza online
«Io ho capito che se vogliamo avere successo dobbiamo concentrarci sui nostri obiettivi e lavorare sodo, non lasciarci risucchiare dai ritmi diversi dell’ambiente italiano», ha detto Ugo Buonadonna, 23 anni, studente di Informatica, co-fondatore e CEO di Passparyou. Che è un sistema innovativo per risolvere il problema della sicurezza online, senza far uso di password, ma applicando la tecnologia Blockchain, quella alla base di Bitcoin. «Ho sempre avuto entusiasmo per la tecnologia – ha aggiunto Buonadonna – e seguo da tempo il mondo Bitcoin. Ci ho anche investito. I nostri clienti potenziali sono le aziende per i loro siti Internet».
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Gelati buoni e sostenibili con Icedreams
«Dall’Expo di Milano a New York: il nostro sogno è di aprire una società qui in America e avviare una catena di negozi in franchising», ha detto Simone Giacomelli, laureato in Economia all’Università di Verona e CEO di Icedreams. Lui in America c’era già stato un anno e mezzo con una borsa di studio alla Fitchburg State University, vicino a Boston. E il buon feeling con l’America dev’essergli servito per riuscire a far ammettere Icedreams all’American Food 2.0 – Feeding the accelerator, l’acceleratore del padiglione di Expo degli Stati Uniti, al quale sono state invitate solo dieci startup in tutto il mondo (StartupItalia! ne ha parlato qui). «Non siamo un’azienda che fa solo gelati e per questo stiamo pensando di cambiare il nostro nome – precisa Simone che a New York è venuto insieme al co-fondatore e chief operating officer Zeno Tosoni. La nostra innovazione tecnologica infatti può essere applicata per creare altri prodotti alimentari che sono buoni, fanno bene alla salute e sono sostenibili». Per ora il loro primo prodotto è una formula granulare, derivata da fibre naturali, che mischiata all’acqua e a ingredienti locali (frutta e verdura) in pochi minuti permette di creare a freddo il gelato. Lo potete assaggiare nel primo negozio aperto in Italia, a Milano nella Piazza Gae Aulenti (Porta Garibaldi). “Stiamo studiando come aprire pop store anche qui in America – dice Simone. In particolare qui a New York ci sono molte realtà nel food-tech con cui possiamo collaborare. Questo viaggio ci è servito per prendere contatti con loro».
Tutored più facile trovare un insegnante per le ripetizioni
New York è piaciuta molto a Gabriele Giugliano, il ventitreenne romano fondatore e CEO di Tutored. «È una città fatta apposta per le startup: ci sono mille eventi a cui partecipare e fare networking – ha osservato Gabriele. Ma qui tutto sembra anche più duro, perché c’è molta più competizione, ci sono molti più startupper che cercano di attirare l’attenzione e conquistare finanziamenti dagli investitori». A Gabriele non manca però il coraggio di buttarsi e la fiducia di potercela fare. «Credo che la nostra crescita sia piuttosto veloce anche per i canoni newyorkesi, o no?», mi ha chiesto, citando i numeri di Tutored, sito che mette in contatto gli studenti universitari che hanno bisogno di appunti e ripetizioni con quelli che possono darglieli e far loro da tutor (StartupItalia! ne ha parlato qui): in nove mesi dalla nascita ha raggiunto 400 mila utenti in Italia, ricevuto 800 mila euro di finanziamenti e impiega direttamente 15 persone, tutti studenti. «Il nostro prossimo passo è aprire sedi a Berlino e Londra per allargarci al mercato europeo – ha detto Gabriele -, mentre stiamo cercando partner a New York per entrare anche negli States».
Un braccialetto e una placchetta per combattere la sordità
«Questo viaggio mi ha aiutato a capire meglio che cosa vogliono i venture capitalist», ha detto Alessandra Farris, co-fondatrice e CEO di IntendiMe, startup di Cagliari che vuol risolvere il problema dei sordi che vivono soli. «È un problema a me molto vicino, perché i miei genitori sono sordi», spiega Alessandra, la veterana del gruppo (ha 35 anni), che ha studiato Letteratura classica mentre lavorava in diversi negozi e ha anche vissuto nel 2013 in Canada. IntendiMe è un sistema fatto di placchette/sensori da applicare alle fonti di rumori – come il campanello della porta o un rubinetto dell’acqua – che mandano vibrazioni a un braccialetto indossato dalla persona sorda per avvisarla e sono anche collegati allo smartphone (StartupItalia! ne ha parlato qui). La startup sta mettendo a punto dei prototipi e sta pensando a una campagna di crowdfunding per raccogliere i fondi necessari alla produzione.
A cosa è servita la New York di Innovaction Lab
I ragazzi di InnovActionLab sono ripartiti da New York carichi di energia e di idee. Spero che il loro esempio stimoli molti altri loro coetanei a diventare “imprenditori di se stessi”: la formula giusta per vivere bene nella nuova economia, come ha spiegato loro Flavio Palandri Antonelli, ingegnere di software a Google durante la loro visita alla sede newyorkese del motore di ricerca.