Anche le case sono inquinate con sostanze nocive per la salute. Fare circolare l’aria aprendo le finestre è certamente una buona abitudine, ma non basta. Per mantenere ambienti salubri è nata la startup Aura System, che sviluppa un sistema di purificazione dell’aria domestica e di abbattimento dell’anidride carbonica, con delle pareti respiranti. Una piccola foresta modulare a basso consumo energetico, in grado di eliminare i patogeni negativi circolanti dentro casa; una bella parete verde, natura viva, che diventa anche un oggetto di design. Aura System è figlia di un’idea brillante dei founder, Pietro Carloni e Aligi Marini, che durante la pandemia hanno lavorato intensamente sul progetto, partecipando ai percorsi formativi di accelerazione e incubazione di Joule, la scuola di Eni per l’impresa.
Ne abbiamo parlato con Pietro Carloni, che oggi ricopre il ruolo di Ceo di Aura System, per capire come si creano le premesse della svolta, e quanto è importante confrontarsi con mentor esperti, per trasformare i sogni in business plan.
StartupItalia: Pietro, dove si trova il coraggio di progettare una startup, in piena pandemia?
“Il coraggio proviene dalla forza dell’idea stessa. Appena mi sono laureato a Milano con una tesi sull’inquinamento dell’aria, in piena pandemia, io e Aligi Marini – ci siamo conosciuti al corso specialistico di economia ambientale – abbiamo capito che il contesto lavorativo non offriva opportunità di lavoro. La migliore opportunità era la nostra idea, così abbiamo iniziato a lavorare intensamente sul progetto Aura System; ma sapevamo che l’impegno non sarebbe bastato, servivano risorse e formazione”.
StartupItalia: a quel punto si è presentata la grande opportunità, il percorso di incubazione di Joule. È stata la svolta?
“Sì, Joule4Ideas, uno dei progetti di formazione e validazione dell’idea di Joule, per noi è stata una tappa fondamentale. Abbiamo avuto l’opportunità dell’incubazione al PoliHub e successivamente abbiamo partecipato al programma di accelerazione ZERO, due percorsi senza i quali, oggi, probabilmente, non saremmo due aspiranti giovani imprenditori”.
StartupItalia: in che modo è stato utile partecipare ai programmi offerti da Joule?
“Ci hanno dato un grosso aiuto in una fase fondamentale, quando eravamo all’inizio e dovevamo mettere a fuoco l’idea, validarla per renderla pronta per il mercato”.
StartupItalia: i mentor come sono intervenuti sul vostro progetto?
“Poter contate su persone così esperte e preparate, che già a prima vista individuano i limiti e i difetti di un progetto, ci ha permesso di cambiare il nostro punto di vista. L’impatto è stato forte, al punto che ci hanno convinti a cambiare il modello di business, passando dal b2c al b2b. Possiamo dire che la nostra idea iniziale è stata smontata, riformulata e perfezionata. Il percorso di Joule è stato perfetto, al momento giusto”.
StartupItalia: i principali vantaggi, in tre parole?
“Mentor, business plan e network. Tre elementi che combinati fanno la differenza. I mentor ci hanno affiancati senza mai imporre la loro visione, ma suggerendoci cosa modificare e in quale modo. Il business plan lo abbiamo definito durante i percorsi formativi, grazie alle competenze acquisite e all’evoluzione del progetto. Il networking spalanca le porte che contano, alle startup più intraprendenti e meritevoli vengono proposti contatti qualificati e opportunità”.
StartupItalia: un esempio?
“Ci è stato consentito di testare e validare i nostri prodotti negli spazi di Joule a Roma, al Gazometro. Entro la fine dell’anno vogliamo lanciarli sul mercato. Anche questo è un passaggio molto importante, le persone di Joule ci seguono offrendo supporto continuo”.
StartupItalia: oggi cos’è diventata Aura System?
“Una realtà imprenditoriale con 4 persone che lavorano full time, e centinaia di piante in allevamento a Pavia in uno stabilimento di 200 metri quadrati. Abbiamo fatto tanta strada in poco tempo, ma sappiamo di poter ancora contare sul supporto dei mentor di Eni”.