Come ha appreso The Block, uno dei magazine online più autorevoli nell’ambito crypto, i democratici del Congresso USA hanno invitato Jack Dorsey, ex Ceo di Twitter e attualmente alla guida di Block (un tempo si chiamava Square: è una fintech) per sciogliere alcuni dubbi su Bitcoin. Come vi stiamo raccontando da tempo sul nostro magazine, il dibattito sulla criptovaluta più famosa continua ad alimentarsi tra entusiasmi, opportunità, legittimi dubbi e molta confusione di fondo in merito a un ecosistema – quello crypto in generale – di cui ancora sappiamo poco. Non sono disponibili i contenuti della conversazione tra Dorsey e i democratici statunitensi, dal momento che l’incontro si sarebbe tenuto a porte chiuse il 31 marzo in un Q&A privato presso il Democrats of the House Financial Services Committee, organo della Camera dei Rappresentanti che si occupa di questioni finanziarie.
Secondo una nota scritta da un partecipante all’incontro con Dorsey, l’ex Ceo di Twitter sarebbe stato sottoposto a una serie di domande inerenti la natura di Bitcoin. Sono molti i dubbi che diverse istituzioni, anche in Italia e in Europa nutrono nei confronti del mondo crypto. Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, ha usato di recente parole molto dure: citato dall’Ansa, ha definito Bitcoin come «una pura scommessa» che «spreca enormi quantità di energia» e non ha «alcun ruolo sociale». Se volete intanto approfondire il tema di regolamentazione in corso anche a Bruxelles vi suggeriamo il nostro approfondimento.
L’opinione di Jack Dorsey non potrebbe essere più diversa. Pur non avendo i virgolettati di quanto detto ai democratici USA, l’imprenditore è tra i più noti Bitcoin enthusiast. Il suo addio a Twitter è stato anche motivato con la scelta di concentrarsi di più su Block e sulle prossime innovazioni in ambito fintech. Sempre The Block ha riferito che Dorsey avrebbe rassicurato i politici: le fonti rinnovabili sono utilizzate sempre di più per alimentare le mining farm (moltissime delle quali si trovano oggi negli USA, dopo il ban cinese del 2021); la blockchain – o meglio la proof of work chain di Bitcoin – mantiene poi una garanzia di sicurezza dell’infrastruttura.
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Difficile che basti un Q&A per fare chiarezza sulla tecnologia Bitcoin, giudicata ancora agli albori da molti esperti. Negli Stati Uniti, comunque, si è iniziato a parlare di una regolamentazione del settore. Poche settimane fa il presidente USA, Joe Biden, ha firmato un ordine esecutivo che ha diversi obiettivi: anzitutto quello di analizzare l’ecosistema e capirne tanto le opportunità quanto i rischi; è stata comunque riconosciuta la popolarità delle crypto in generale. Nel frattempo Washington è al lavoro anche sul dollaro digitale (che non sarebbe affatto una criptovaluta, ma una central bank digital currency). L’urgenza su una regolamentazione è comunque sentita da entrambi gli attori coinvolti: sia dalla politica, sia da exchange e grandi investitori che vogliono rendere sempre più istituzionale il mercato crypto.