Sta per arrivare il bonus anziani pensato per supportare economicamente le persone non autosufficienti e con un bisogno assistenziale continuo. A fornire dettagli è l’Inps, che ha divulgato le istruzioni operative e che anticipa la pubblicazione del decreto attuativo necessario per poter fare richiesta della prestazione. Ecco che cosa scrive l’Inps.
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Chi può ottenere il bonus anziani?
Il bonus – pari a 850 euro mensili – è finalizzato al sostegno delle spese contrattuali per l’assunzione di badanti e per quelle di cura e assistenza ed è, infatti, erogato a chi versa in condizione di non autosufficienza: chi è incapace di provvedere a se stesso in modo autonomo perché affetto da una disabilità fisica, psichica, sensoriale o relazionale. I requisiti di accesso all’assegno mensile erano già stati definiti da un precedente messaggio dell’istituto e non sono cambiati:
- avere compiuto almeno 80 anni d’età;
- valore ISEE sociosanitario ordinario, e in corso di validità, non superiore a 6.000 euro;
- titolarità dell’indennità di accompagnamento o presenza dei requisiti per ottenerla;
- livello di bisogno assistenziale gravissimo.
L’Inps precisa che la scelta a favore della prestazione Universale è reversibile e, quindi, il beneficiario può rinunciare alla stessa con il conseguente ripristino dell’indennità di accompagnamento. Sarà necessaria una specifica richiesta all’Inps con l’applicativo disponibile sul portale dell’ente di previdenza.
Se, dopo aver presentato la domanda, i controlli effettuati dall’Inps si riveleranno positivi, nell’iter di gestione della prestazione sarà evidenziato lo stato di avanzamento della pratica e, in particolare, saranno rilevati:
- la presa in carico della domanda, in caso di sussistenza dei requisiti e l’inoltro della richiesta alla Commissione Medico Legale Inps per l’individuazione del livello assistenziale gravissimo;
- l’invio alla struttura territoriale competente nei casi di insussistenza di uno o più requisiti.
L’Inps spiega che questo invio è previsto per tutte le ipotesi in cui la domanda non superi i controlli automatizzati e centralizzati e, in queste circostanze, sarà la struttura territoriale dell’istituto a compiere le dovute ulteriori verifiche. Se anche a seguito di tale ulteriore istruttoria non dovessero risultare soddisfatti i requisiti indicati dalla legge, la struttura territoriale Inps emetterà un provvedimento di rigetto della richiesta del bonus anziani.
Coloro che vogliono accedere alla prestazione universale devono essere in possesso dell’attestazione Isee al momento della presentazione della domanda.
In particolare:
- per i soli mesi di gennaio e febbraio è possibile, in assenza di Isee sociosanitario dell’anno corrente valido, fare riferimento a quello con scadenza al 31 dicembre dell’anno anteriore;
- dal mese di marzo, invece, il beneficiario deve obbligatoriamente essere in possesso dell’Isee valido per l’anno in corso, pena la sospensione dell’erogazione del bonus anziani mensile. Il pagamento riprenderà regolarmente, con efficacia retroattiva, dal momento della presentazione, da parte del richiedente, della nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), correttamente attestata e non maggiore di 6.000 euro, valida per l’anno 2025 (ferma restando la presenza degli altri requisiti di accesso).
Inoltre, l’Inps chiarisce che – in caso di una nuova DSU a cui consegua un ISEE maggiore di 6.000 euro – il beneficio decade. Per quanto riguarda, invece, l’accertamento del livello di bisogno assistenziale gravissimo, l’Inps nel messaggio del 18 marzo illustra un doppio criterio (sanitario e sociale) di individuazione di tale livello di bisogno.
La quota integrativa del bonus anziani
Il nuovo bonus anziani non autosufficienti è composto da due diverse quote:
- una quota fissa corrispondente all’indennità di accompagnamento, versata in base alle modalità già in uso;
- una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, per un ammontare oggi pari a 850 euro mensili, versata con uno specifico pagamento predisposto dall’iter automatizzato della piattaforma “Prestazione Universale”.
In particolare, la quota integrativa potrà essere utilizzata per stipendiare lavoratrici e lavoratori domestici con compiti di assistenza all’anziano non autosufficiente, operativi per almeno 15 ore settimanali, oppure per comprare servizi destinati al lavoro di cura e assistenza (ad es. servizi di lavanderia, di accompagnamento a visite ecc.), forniti da imprese e professionisti qualificati nell’area dell’assistenza sociale non residenziale.