«Giudico positivamente il fatto che si sia raggiunto un accordo, ho sempre pensato e continuo a pensare che un’escalation commerciale tra Europa e Stati Uniti avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e potenzialmente devastanti». La premier Giorgia Meloni ha commentato così l’accordo raggiunto il week end scorso tra USA e Unione Europea rispetto ai dazi: su moltissime merci esportate dal Vecchio continente saranno applicate tariffe del 15%, un dato più che triplicato rispetto a qualche tempo fa. Ma come si sono espressi gli altri membri del governo?

Cosa ha detto il ministro Pichetto Fratin sui dazi
«Non me l’aspettavo perché ero abituato a un modello americano con altri presidenti, su un filone di solidarietà. Per noi probabilmente sarebbe stata più conveniente Kamala Harris, non scopro l’acqua calda oggi». Così si è espresso il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin rispetto ai dazi. Secondo alcuni analisti – e ovviamente l’opposizione – quello stipulato tra Trump e von der Layen non è un accordo bensì una resa da parte di Bruxelles, subìta nel timore si potesse andare incontro a uno scenario ancora peggiore (dazi al 30%, come minacciato in origine dal tycoon).

Cosa ha detto il ministro Lollobrigida sui dazi
«Per un Paese esportatore come il nostro i dazi sono sempre un problema, ma da una prima analisi l‘impatto per alcuni settori potrebbe non essere così drammatico. Per diverse ragioni – ha detto invece il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida -. Intanto alcuni prodotti nostri non sono replicabili negli Stati Uniti. Pensiamo all’olio di oliva, che importano per il 95%, o al pecorino, che lì non sanno fare. A prescindere dal prezzo, dovranno continuare a importare certi beni dai Paesi in grado di produrli. Probabile che gran parte dei dazi non saranno pagati dai produttori italiani, ma verranno spalmati sull’intera filiera, che per la maggior parte dei prodotti, per valore, è negli Stati Uniti».