Il clima di incertezza prosegue da mesi, almeno da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca. Tra meno di due settimane, il primo agosto, rischiano di scattare i dazi al 30% sulle merci europee importate negli Stati Uniti. E questo, secondo le previsioni dell’ultimo rapporto ICE, andrà a indebolire la competitività di migliaia di aziende italiane.

I dati dell’export italiano prima dei dazi di Trump
Il consueto rapporto annuale dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ha fotografato anzitutto un 2024 con un leggero segno “meno” per le esportazioni. Si sono ridotte a 623,5 miliardi (-0,4%) in un periodo caratterizzato anzitutto dall’evidente caduta delle vendite verso la Germania (-5%).
Le flessioni registrate nei mezzi di trasporto, nel sistema moda, nei mobili, nei beni intermedi (soprattutto i derivati del petrolio) sono state compensate dagli aumenti di prodotti alimentari, chimico-farmaceutici, ICT e dal balzo della gioielleria (+39%), trainata principalmente dalla domanda del mercato turco.

«Il surplus commerciale – ha commentato Matteo Zoppas, presidente di ICE – è passato da 34 a 55 miliardi di euro, quindi +21 miliardi. È un dato positivo, anche se viene più da un calo dell’import che da un aumento dell’export. Ma se guardiamo da dove siamo partiti – nel 2015 eravamo a 412 miliardi – oggi siamo a 624. Nel 2019, pre-pandemia e pre-conflitti, eravamo a 480 miliardi. Dal 2021 al 2024 ci siamo portati a casa un +30%».
Per inquadrare il peso della nostra economia sul fronte delle esportazioni è utile scorrere la classifica globale: guida la Cina (3.600 miliardi) seguita da Stati Uniti (2.000), Germania (1.700), Giappone (700), Corea del Sud (684) e Italia (624).
Dazi USA, qual è il rischio per l’economia italiana
La politica ondivaga di Trump sui dazi – tra minacce e rinvii per proseguire nelle trattative – non semplifica le cose. Sempre il rapporto di ICE prevede che, nel caso venissero introdotti dal prossimo agosto, comporterebbe rischi alti per più di 6 mila imprese italiane, con oltre 140 mila addetti coinvolti.
I settori che sono al momento più esposti alle tariffe statunitensi sono beverage, prodotti in metallo, farmaceutica, mobili, commercio al dettaglio, mezzi di trasporto. Il giro d’affari in termini di export italiano verso gli Stati Uniti è superiore agli 11 miliardi di euro.