Alla fine è arrivata la firma dell’ordine esecutivo che cristallizza quella stretta di mano dello scorso weekend in Scozia con Ursula von der Leyen ed evita lo scenario temuto per settimane in Europa, ovvero quello di dazi al 30%. Trump nelle scorse ore ha ufficializzato il fatto che dai prossimi giorni alle merci europee esportate negli USA saranno applicate tariffe del 15%. Queste riguardano il 70% dei prodotti. Non si tratta di un successo diplomatico di Bruxelles, come hanno fatto notare molti esperti evidenziando in particolare le opposizioni di alcuni Paesi membri come la Francia di Macron.

Un giro nel mondo dei dazi di Trump
Nell’Europa geografica è la Gran Bretagna ad essere riuscita a ottenere un accordo più vantaggioso rispetto all’UE. Le tariffe sulle merci UK valgono il 10%. Il Paese più colpito è invece la Siria (41%). In questa classifica notiamo che la Casa Bianca ha preso di mira diverse economie che hanno rapporti commerciali con gli Stati Uniti.

Nelle scorse ore il Canada, su cui gravavano dazi del 25%, è stato penalizzato con un aumento al 35% a causa della resistenza del premier Mike Carney alle pressioni del tycoon. Penalizzata anche la Svizzera con una tariffa che sale al 39%.
Il Brasile è stato minacciato nei giorni scorsi da dazi al 40%, così come l’India contro la quale saranno applicate tariffe del 25%. In Oriente Giappone e Corea del Sud dovranno confrontarsi con dazi al 15%. E la Cina? Pechino ha saputo resistere alle minacce di Trump, tanto che nei mesi scorsi si era parlato di dazi al 145%. Il tycoon ha dovuto abbassare di molto la cifra: le trattative proseguono su questo fronte.