Manca un mese al giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Il 20 gennaio 2025 è in programma il giuramento, ma il repubblicano è già entrato nella parte tornando a vestire i panni del presidente USA e riprendendo certe vecchie abitudini. Ad esempio, l’utilizzo dei social come strumento di comunicazione e pressione. Su Truth, la piattaforma che ha lanciato in risposta alla cacciata da Twitter, Facebook, Instagram, YouTube, Trump ha minacciato l’Unione Europea: «Ho detto all’Unione europea che devono colmare il loro enorme deficit con gli Stati Uniti con l’acquisto su larga scala del nostro petrolio e gas. Altrimenti, sono TARIFFE fino in fondo!!!».
La bilancia commerciale tra USA e UE
Come ricorda il Sole 24 Ore, gli USA sono il principale produttore di petrolio greggio, nonché primo esportatore globale di gas naturale liquefatto. Oltre la metà del GNL prodotto Oltreoceano viene acquistato dall’Europa. La presidenza Trump costituisce un’incognita per i Ventisette sul tema dazi: l’obiettivo del presidente eletto è infatti prendere di mira quei Paesi che hanno un deficit commerciale nei confronti degli Stati Uniti.
La bilancia commerciale (ossia la differenza tra il valore monetario delle esportazioni e delle importazioni) con gli Usa è infatti a favore dell’Unione Europea, con un’eccedenza di 156 miliardi di euro nel 2023. Italia e Germania sono gli Stati che hanno più da perdere nel caso di una guerra commerciale con Washington.
Non solo dazi: cosa vuole Trump sulle spese militari in Europa
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è sembrata finora disposta al dialogo con gli Stati Uniti in un periodo in cui le minacce sui dazi si sprecano. Ha infatti proposto che le importazioni di GNL dagli Stati Uniti potrebbero sostituire quello importato dalla Russia.
C’è poi il nodo della sicurezza e delle spese militari: già nella sua prima presidenza Trump lamentava investimenti scarsi da parte dei Paesi NATO, che hanno per decenni fatto affidamento sulle garanzie (e spalle) USA. Con la guerra alle porte e il conflitto in Ucraina che non volge a favore di una vittoria per Kiev le incognite, se possibile, aumentano.