«L’accordo commerciale negoziato dalla Commissione europea con gli Stati uniti apporterà una stabilità temporanea agli operatori economici minacciati dall’aumento dei dazi statunitensi, ma è squilibrato», ha scritto il ministro francese per gli Affari europei Benjamin Haddad sul social network X. Sui dazi l’Ue non riesce a spuntare quel 10 per cento che avrebbe equiparato l’accordo con gli USA a quello che Donald Trump aveva precedentemente sottoscritto con la Gran Bretagna e che era stato più volte indicato come modello cui tendere nelle negoziazioni che si sono susseguite per tutto il mese di luglio.

Cosa prevedono i dazi di Trump alla Ue
La percentuale su cui Bruxelles e Washington hanno trovato un accordo è il 15%, che coprirà anche l’automotive, settore cruciale per buona parte della Ue (in particolare per la Germania, ma anche per l’Italia e la Francia), mentre è ancora tutto da chiarire se il nuovo balzello riguarderà pure la farmaceutica. «Per quanto riguarda acciaio e alluminio non cambierà nulla, è una questione che non sarà modificata”, ha tagliato corto Trump, dunque in quei settori le tariffe commerciali restano al 50%.
La Ue mette nel freezer la Web Tax
La Ue dal canto suo si è impegnata a non brandire la Web Tax con i colossi di Internet come Amazon, Meta, X e molti altri. Si sarebbe inoltre impegnata ad acquistare energia per 750 miliardi di dollari in tre anni, 250miliardi l’anno, contro gli 84 miliardi del 2024, a un prezzo di importazione che, fanno notare gli analisti, sarà superiore al metano russo.
Concordati “dazi zero per zero” su una serie di prodotti strategici, tra cui tutti gli aeromobili e i relativi componenti, alcuni prodotti chimici, alcuni farmaci generici, apparecchiature a semiconduttori, alcuni prodotti agricoli, risorse naturali e materie prime essenziali.
Super investimenti Ue negli USA?
Inoltre, per evitare i dazi al 30 per cento la Ue si sarebbe impegnata a investire negli States la cifra astronomica di 600 miliardi di dollari nei prossimi anni, cento in più rispetto a quelli cui Washington aveva piegato Tokyo la scorsa settimana.

Roma e Berlino ottimiste
«Giudico positivo ci sia un accordo ma non posso giudicare il merito se non conosco i dettagli», si è limitata a dire la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Successivamente una nota vergata dalla premier e dai suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani puntualizza: «risultato a cui le Istituzioni europee e gli Stati membri, inclusa l’Italia, hanno lavorato con grande impegno e facendo squadra comune, evitando di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell’Atlantico».
Si è spinto oltre il cancelliere tedesco Friedrich Merz: «Evitata un’escalation inutile». Quindi ha aggiunto: «L’accordo è riuscito a scongiurare un conflitto commerciale che avrebbe colpito duramente l’economia tedesca orientata all’esportazione».
In Francia sovranisti in subbuglio
Mentre in Italia i sovranisti nel governo festeggiano, in Francia Marine Le Pen non usa mezzi termini: «”L’accordo commerciale concluso da Ursula von der Leyen con Donald Trump è un fiasco politico, economico e morale»
Gli USA congelano la stretta hi-tech che colpiva la Cina
Parallelamente, Washington secondo quanto riporta stamani il Financial Times avrebbe deciso di soprassedere con le restrizioni sulle esportazioni di tecnologia verso la Cina per evitare di compromettere i negoziati commerciali con Pechino in vista di un possibile incontro tra il presidente Trump e l’omologo Xi Jinping.