«Ancora una volta siamo di fronte alla amara vittoria del neo-protezionismo di marca trumpiana su un’Europa che, invece di rilanciare il proprio ruolo strategico, incassa il colpo e paga il prezzo di anni di inefficienza amministrativa e frammentarietà politica». Andrea Tiso, presidente nazionale di Confeuro (Confederazione degli Agricoltori europei e del mondo), boccia senza ‘se’ e senza ‘ma’ l’accordo sui dazi al 15 per cento che gli USA imporranno ora ai 27 Paesi membri della Ue.
«Il rischio più concreto adesso – paventa Tiso – è che a farne le spese siano, come sempre più spesso accade, i cittadini europei e in particolare il mondo delle piccole e medie imprese del comparto agroalimentare, cuore pulsante del Made in Italy».
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Gli fa eco Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare: «La percentuale del 15% non può che vederci insoddisfatti. L’atteggiamento che l’alleato storico come gli Stati Uniti d’America ha tenuto in questa trattativa con la Ue non è compatibile con i sentimenti di amicizia che hanno contraddistinto gli 80 anni del secondo dopoguerra».
Non festeggia nemmeno Confcommercio che parla di un possibile «impatto diretto dei dazi al 15 per cento a danno del nostro export ricompreso nell’ordine di 8/10 miliardi di euro: impatto cui bisogna aggiungere gli effetti della svalutazione del dollaro».