4 miliardi di dollari. Ammonta a questa cifra il totale delle tech Ipo del 2015. Ecco quelle che sarebbe bene ricordare per capire qualche trend di mercato
4 miliardi di dollari. Ammonta a questa cifra il totale delle tech Ipo del 2015. Le Initial Public Offering – in italiano offerta pubblica iniziale, il primo passo per un’azienda che vuole quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato – del settore tech statunitense nei dodici mesi passati sono state da record. Mentre il numero e il valore in dollari delle Ipo complessive si sono collocati sui livelli del 2009 – circa 30 miliardi di dollari secondo i dati forniti dalle ricerche di Reinassance Capital, società americana specializzata in studi sulle Ipo – quelle tech hanno raggiunto cifre importanti.
Il magazine Inc.com ha selezionato le 10 Ipo più significative del 2015. Sono aziende perlopiù giovani, «che hanno saputo catturare l’immaginazione dei consumatori usando tecnologie innovative e trasformando il modo in cui le persone si approcciano al mondo», scrive Inc. Dai pagamenti mobile, al negozio di artigianato online più famoso al mondo, passando per memorie cloud, ecco la top ten delle aziende tech milionarie dell’anno appena trascorso.
10. Rapid7. Si tratta di una società con sede a Boston (ma con uffici in tutto il mondo) che offre prodotti e servizi a protezione dei big data. A luglio la sua Ipo ha raccolto 100 milioni di dollari. Nei primi giorni di contrattazioni le azioni della società hanno aumentato il proprio valore del 50% (il prezzo base era 16 dollari). Ora viaggiano su livelli più sobri: le azioni oggi valgono il 2,5% in meno rispetto al prezzo iniziale.
9. Shopify. È una società con sede in Canada fondata da due under 35, Tobias Lütke e Daniel Weinand. Offre servizi e software per lo shopping online. L’Ipo di Shopify a maggio ha raccolto 131 milioni di dollari. Il prezzo delle azioni da allora è cresciuto con costanza. Ora vale il 58% in più dei 17 dollari di partenza.
8. Box. È una piattaforma per cloud per conservare i propri dati fondata da Aaron Levie, l’imprenditore dell’anno 2013 secondo la classifica di Inc. L’Ipo è di gennaio e ha raccolto 175 milioni di dollari. Il valore delle azioni oggi è poco più basso dei 14 dollari iniziali.
7. Square. Fondata da Jack Dorsey, co-fondatore di Twitter, e offre servizi per pagamenti con carte di credito senza pos e tramite smartphone o tablet. Bambino prodigio tra gli unicorni del 2015, ha visto la propria valutazione diminuire drasticamente con l’entrata in borsa. Da una valutazione iniziale di 7 miliardi di dollari è scesa a 3 miliardi. L’Ipo, comunque, ha raccolto 245 milioni di dollari e le azioni, da un prudente prezzo di partenza di 9 dollari, ora valgono il 30% in più.
6. Etsy. La piattaforma per le vendite di prodotti artigianali online ad aprile si è quotata raccogliendo un’Ipo di 266 milioni di dollari. Come molte altre aziende che si sono quotate quest’anno ha visto le proprie azioni perdere parecchio valore: dai 16 dollari iniziali ai circa 9,30 attuali.
5. Match Group. È la società che ha dato vita al sito di dating Match.com e a Tinder. A novembre ha raccolto 400 milioni di dollari. Il valore delle azioni era cresciuto in maniera notevole rispetto ai 12 dollari iniziali, ma chiude l’anno con un prezzo di poco più di 13 dollari.
4. Pure Storage. Si tratta di una piattaforma per lo storage di dati ed ha raccolto 425 milioni di dollari nell’Ipo di ottobre. Le azioni, però hanno subito perso valore – il 6% rispetto ai 17 dollari iniziali. Ora hanno recuperato grazie alle prime vendite e al triplicare delle entrate nel terzo quarto dell’anno.
3. Go Daddy. Società di hosting che a marzo ha raccolto 460 milioni di dollari al momento della quotazione. Nel primo giorno di contrattazioni il valore delle azioni è cresciuto del 30%. Ora le azioni valgono 32 dollari l’una.
2. Atlassian. È una società australiana che offre online software low cost per facilitare il lavoro in team e la collaborazione all’interno delle aziende. L’Ipo è di dicembre e ammonta a 462 milioni di dollari. Il prezzo di partenza delle azioni era piuttosto alto: 21 dollari. Ora è il valore è aumentato del 33%.
1. Fitbit. «Con tutte le aspettative attorno alla tecnologia indossabile ha senso vedere che Fitbit ha raccolto 731 milioni di dollari nella sua Ipo di giugno», scrive Inc. Fitbit vende dispositivi da allacciare al polso utili per tenere sotto controllo peso e forma fisica. Il mercato in cui si è inserita l’azienda è affollato e i suoi prodotti competono direttamente con quelli simili di Apple e Huawei. Ma i prezzi molto più bassi dei top competitor sono sicuramente un vantaggio. E i risultati si vedono anche nel prezzo delle azioni che oscilla sui 30 dollari.
Le IPO più attese del 2016
Il 2016 in Borsa è iniziato male, grosse perdite e mercati a ribasso, ma le candidate all’IPO del settore tecnologico ci sono lo stesso e sperano di poter raccogliere sul mercato liquidità utile a crescere ancora. Vi proponiamo breve elenco.
1. AppDynamics, fondata nel 2008 e guidata dal Ceo David Wadhwani (ex Adobe), aiuta gli utenti business a tracciare come vanno le loro apps e siti web in caso di rallentamenti o crash.
2. Cloudera, che compete con Hortonworks, vende una versione enterprise della piattaforma open-source Apache Hadoop, insieme a tool e servizi per supportarla. Fra i maggiori investitori, vanta il venture capital Accel Partners, Intel e Greylock Partners. Cloudera, fondata nel 2008, ha più di 150 milioni di dollari di fatturato nel 2015.
3. DocuSign, fondata nel 2003, creat software che raccoglie firme digitali e gestisce servizi business: è valutata 3 miliardi di dollari.
4. MarkLogic, azienda di software di big data, fondata nel 2001 , è supportata da Sequoia Capital, Wellington Management, Northgate Capital.
5. Medallia è una software house che cattura e risponde ai feedback dei clienti: ha raccolto oltre 250 milioni di dollari di finanziamenti dal 2001.
6. Nutanix, che realizza software e hardware per data center, è stata fondata nel 2009.