Il bottone compra di Twitter che permette di vendere in modo semplice la propria merce in 140 caratteri con un semplice tweet è stato reso disponibile agli esercenti online attraverso la startup Stripe e il suo nuovo prodotto di nome Relay. Di fatto si tratta di uno strumento per gli sviluppatori, (un “set di API) per costruire un’esperienza di acquisto in app sul microblog.
Twitter ha già lanciato la sua piattaforma di social commerce per essere della partita dei pagamenti digitali. Adesso di fatto ingrana una marcia più alta con uno strumento di pagamento a servizio di un vero e proprio marketplace.
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— Warby Parker (@WarbyParker) September 14, 2015
Tutto all’interno del social network
Semplicità e sicurezza le parole chiave. I dati di pagamento dell’utente non vengono condivisi né con Twitter né con il rivenditore. Quest’ultimo ha a disposizione una lavagna (dashboard) con un’interfaccia semplificata e standard per caricare i propri prodotti e i dati come informazioni generali e prezzo di vendita. È possibile “esporre”, vendere, acquistare, scambiare la propria merce senza dover creare nuovi account e senza mai lasciare il social network. Un vantaggio per gli esercenti che potranno avere accesso ad una massa critica di potenziali clienti prima difficilmente raggiungibili, un vantaggio per Twitter che spera così di fare cassa anche grazie alle transazioni effettuate, forse con una percentuale o una fee (e tanta pubblicità) dagli esercenti.
La decisione di affidarsi a una startup
Curiosa la via scelta per approdare al successo nei pagamenti online e mobili, apparentemente la più tortuosa: Twitter non ha scelto infatti di sviluppare una tecnologia o una piattaforma propria ma di affidarsi a Stripe. Di fatto ne diviene dipendente senza avere neanche l’esclusività. Il servizio di Stripe infatti non sarà disponibile solo per gli utenti di Twitter; Relay sarà accessibile anche a sviluppatori terzi che vorranno metterlo a disposizione di rivenditori online a loro scelta o utilizzarlo in proprio. Una bella mossa per Patrick e John Collison, i due fondatori di Stripe che dai suoi esordi nel 2010 a San Francisco è arrivata a essere valutata oggi 5 miliardi di dollari. Si tratta di una bella spinta in generale anche per l’ecosistema startup della Silicon Valley che oggi vanta casi di successo come Lyft, InstaCart, TaskRabbit, Postmates solo per citarne alcuni e che rimane il punto di riferimento per l’intero mondo dell’innovazione Fintech e non solo.