L’annuncio era arrivato lo scorso autunno, per quanto fosse nell’aria fin da prima. Airbnb, il colosso che ha rivoluzionato il mondo dei viaggi e che nei mesi della pandemia sta lottando per reinventarsi e in certi casi sopravvivere, si quota in borsa. Ora, dopo alcuni mesi, si hanno più certezze sullo sbarco a Wall Street, che in effetti era stato annunciato entro il 2020. E così, nonostante il cataclisma del nuovo coronavirus, dovrebbe essere.
Il gruppo guidato da Brian Chesky, che ne è anche cofondatore insieme a Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk, ha ora effettuato i primi passi ufficiali: ha depositato i documenti necessari per avviare la cosiddetta “initial public offering”, insomma la quotazione pubblica. Lo ha confermato nelle scorse ore. Le informazioni rimangono confidenziali ma le procedure alla Sec, la Securities and Exchange Commission statunitense (la Consob americana) hanno preso il via. Per cui entro breve, probabilmente già in autunno, gli investitori di ogni genere potranno acquistare azioni e assicurarsi un pezzetto della piattaforma.
Risorse per superare la crisi
Tutto questo nonostante il crollo della valutazione complessiva del gruppo, o forse proprio per quello, per trovare risorse fresche e traghettarsi oltre il biennio horribilis 2020-2021, quando la pandemia dovrebbe essere alle spalle o almeno fortemente controllata e il turismo internazionale dovrebbe aver definitivamente ripreso il volo. Sebbene lo stesso Chesky si sia detto più volte convinto che molte delle logiche cambieranno (ma viene il sospetto che siano parole legate alla situazione d’emergenza più che ai reali desideri e alle prospettive dell’azienda).
La valutazione
La valutazione, si diceva, è stata stimata dal Wall Street Journal intorno ai 18 miliardi di dollari. Quasi dimezzata rispetto ai 31 del 2017, anche e soprattutto a causa delle perdite, dei rimborsi e del crollo delle prenotazioni dei mesi scorsi. Ma anche per un discorso, come si spiegava, di prospettiva rispetto alle logiche future dell’industria turistica e, aspetto non secondario, le manovre decise negli anni scorsi dalle grandi città per tutelare i centri storici dalla trasformazione in grandi hotel diffusi e spesso esentasse o quasi.
Mancano ovviamente i dettagli della quotazione: a causa della riservatezza della documentazione nota come “S-1” non si sa il prezzo delle azioni né la percentuale dell’azienda che verrà proposta agli investitori. Così come i debiti, le pendenze legali e altri aspetti essenziali per decidere se mettere i soldi su un’azienda e quanto. Ma è finalmente una notizia certa dopo anni di speculazioni su un altro colosso del digitale che esitava a gettarsi nella mischia finanziaria. Come conferma la nota di Airbnb, “la quotazione avverrà appena la Sec avrà completato i suoi controlli”.
I numeri di Airbnb
Airbnb vanta ormai oltre 7 milioni di soluzioni di soggiorno in più di 220 paesi e regioni e 40mila Esperienze uniche in oltre mille città. Esperienze che negli ultimi mesi sono state ripensate in certi casi anche per la fruizione a distanza.