Un business da 800 mld di dollari potrebbe cambiare radicalmente in futuro. Le grandi catene di Walmart, Costco e Kroger preoccupate dalla mossa di Jeff Bezos. Ma c’è anche chi da quell’accordo potrebbe guadagnarci
I supermercati tradizionali, americani e non, sono letteralmente terrorizzati. La mossa a sorpresa di Amazon di acquistare per 14 miliardi la catena di cibo bio Whole Foods sta seminando il panico tra le grandi catene a stelle e strisce. Con questa decisione Jeff Bezos entra a piedi uniti nel business del food dichiarando aperta la guerra dei supermercati.
Un business da 800 miliardi di dollari che con l’ingresso di Amazon è destinato a cambiare in maniera radicale. E come sempre accade, di fronte a un’operazione di questa portata, c’è chi ci guadagna e c’è chi ci perde.
Supermercati tradizionali nel panico
All’indomani dell’annuncio dell’accordo tra Amazon e Whole Foods si è diffuso il panico tra i supermercati tradizionali. Walmart, Costco, Target, Kroger, Safeway e altri hanno subìto le prime conseguenze a Wall Street: i titoli di questi gruppi sono letteralmente affondati con perdite che oscillano tra il 4% e il 9% nel primo giorno contrattazioni dopo il deal. I big del settore, già indeboliti dalla crescita delle vendite online, dovranno ora fronteggiare un nuovo pericolosissimo rivale. Le consegne a domicilio e i negozi senza cassa prenderanno prevedibilmente sempre più piede e non tutti i gruppi sono pronti a far fronte all’innovazione tecnologica che Amazon porterà nel settore.
La guerra con Walmart
Il vero derby nel settore, quantomeno negli Stati Uniti, si gioca tra Amazon e Walmart. Finora Walmart si è sempre sentita inattaccabile grazie ai suoi 4500 supermercati sparsi in tutta America. Ma i dati sulle vendite trimestrali sono stagnanti e la concorrenza di Amazon comincia a farsi sentire sul serio. Con l’acquisto di Whole Foods, Amazon cerca di combattere Walmart sul suo terreno, quello delle vendite al dettaglio. Dal canto suo, negli ultimi mesi Walmart sta provando a diventare più simile ad Amazon come dimostrano gli investimenti sull’e-commerce e l’apertura di una propria catena di pickup, cioè store snelli che funzionano da luoghi di ritiro per acquisti online. Resta da vedere se Amazon diventerà Walmart prima che Walmart diventi Amazon, o viceversa. Ma Walmart, rispetto ad altri attori, ha più carte da giocarsi per non soccombere di fronte all’offensiva di Amazon.
Costco deve puntare sull’innovazione. I piccoli soffrono
Qualche conseguenza in più potrebbe esserci per Costco, la terza catena di supermercati più grande al mondo dopo Walmart e Carrefour. La società americana non è nota per essere all’avanguardia sotto il profilo tecnologico. Per questo avrà sicuramente bisogno di un partner per aiutarla a competere contro la rivoluzione tech di Amazon. Ma se Costco ha le possibilità economiche per provare a mettersi al passo, altre catene minori e locali potrebbero non farcela. Per questo molti operatori regionali potrebbero finire nel mirino di Amazon che in tal modo allargherebbe ulteriormente la propria rete nel settore della consegna di generi alimentari. Qualche esempio? Ocado, Bigbasket e Conershop potrebbero fare al caso di Bezos. O di Costco.
Meal Kit Company in crisi
Un settore che potrebbe entrare in grande difficoltà è invece quello del meal kit delivery, il servizio di consegne a domicilio che offre delle box con ingredienti già dosati e di alta qualità per preparare piatti gourmet. L’attivismo di Amazon nella consegna a domicilio e le sicure repliche di Walmart e Costco potrebbero creare grossi danni a compagnie come Blue Apron e Sunbasket che si erano invece protagoniste di ottimi exploit in tempi recenti.
La complicata relazione tra Instacart e Amazon
Instacart era arrivata per prima nel settore delle consegne a domicilio, tracciando un sentiero per chi è arrivato dopo. Creata nell’incubatore Y Combinator nel 2012, la startup è valutata 3,4 miliardi di dollari. Ma tra i suoi principali finanziatori c’è proprio Whole Foods. Bisognerà dunque capire quali saranno le intenzioni di Amazon: acquisire Instacart per abbattere la concorrenza oppure mantenere la sua partecipazione trasferendo tutte le attività di consegna di Whole Foods su Amazon Prime creando un danno non indifferente alla startup californiana. In ogni caso questo non può accadere così in fretta visto che l’accordo tra Whole Foods e Instacart si concluderà solo nel 2021. Ma Instacart potrebbe presto entrare nel mirino di Walmart e Costco che avrebbero molto bisogno della sua struttura capillare e il suo successo nel settore del food delivery per reggere l’impatto dell’ingresso di Amazon nel settore.
Le startup esultano
Ma c’è anche chi ci può guadagnare molto dall’accordo tra Amazon e Whole Foods. La concorrenza nel settore si farà ancora più forte e le grandi catene di supermercati saranno chiamate a un’innovazione tecnologica per non perdere terreno dal colosso di Bezos. Per questo molte startup rivali di Instacart potrebbero presto diventare oggetto del desiderio dei rivali di Amazon.
Qualche esempio? Shipt, che ha raccolto 40 milioni di dollari dall’inizio del 2017 per affrontare la sfida in particolare nei mercati interni degli Stati Uniti dove ancora Google, Amazon e Instacart non sono arrivati in maniera massiccia. Molto attive anche StorePower e Grubmarket che si rivolgono alle aziende che vogliono investire sulle nuove tecnologie per cambiare il rapporto con i propri clienti. Queste e altre startup hanno guadagnato potere di negoziazione dopo l’arrivo di Amazon perché il loro aiuto adesso serve ancora di più e strategicamente può essere più appetibile rispetto a quello di Instacart invischiata in un complesso rapporto con Whole Foods. La riduzione del numero dei cassieri si annuncia imponente. La rivoluzione è solo all’inizio.