A quanto pare, mentre mette in programma una faraonica seconda sede, Amazon sta per varare una rara tornata di licenziamenti. Dipendenti in particolare del quartier generale di Seattle ma le conseguenze potrebbero farsi sentire anche su scala globale. Lo ha riportato il Seattle Times che ha poi trovato conferme nel colosso di Jeff Bezos. Dopo otto anni di assunzioni e una serie di operazioni importanti su mille fronti diversi (dall’acquisizione della catena Whole Foods al progetto Prime Air per consegnare le merci via drone), il negozio del mondo sente il bisogno di tagliare. Se nella sede dello stato di Washington i lavoratori sono 40mila (erano appena 5mila nel 2010), in tutto il mondo la forza lavoro tocca la pachidermica soglia di 560mila persone.
Le ragioni
Secondo il quotidiano statunitense l’obiettivo sarebbe quello di ridurre le spese consolidando altre attività, puntando dunque su fronti come l’onnipresente assistente digitale Alexa e la produzione di contenuti originali e in generale i progetti legati all’intrattenimento. “Nell’ambito del nostro annuale processo di pianificazione stiamo facendo degli aggiustamenti sul numero di addetti nella società – ha spiegato il gruppo in una nota dopo l’anticipazione giornalistica – piccole riduzioni in un paio di posti e forti assunzioni in molti altri. Per i dipendenti coinvolti lavoriamo per cercare posizioni nelle aree in cui stiamo assumendo”.
Calibrare le risorse
Si tratta in ogni caso di una notizia significativa per una società che ha creato 130mila posti di lavoro solo lo scorso anno, al netto dei 90mila acquisiti in blocco con Whole Foods. E d’altronde le posizioni aperte non mancano: segno che non si tratta di risparmio tout court né di inversione di tendenza (con quegli ottimi conti?) ma appunto di calibrazione delle risorse sugli aspetti più caldi: sono infatti 3.900 le posizioni aperte nella sola Seattle e 12mila nel mondo.
L’ultima trimestrale
L’ultima trimestrale del gruppo, d’altronde, è stata ottima: non si interrompe la serie positiva che dura da due anni e mezzo e i profitti sono più che raddoppiati a 1,9 miliardi, con picchi nelle divisioni cloud con Amazon Web Services (leader del settore col 40% della torta) e pubblicità. Le entrate, solo nell’ultimo periodo dell’anno fiscale, sono salite del 38% a 60,5 miliardi.