Apple Watch sarà disponibile dal 24 aprile in 9 paesi, Italia esclusa (dovremo aspettare almeno maggio). Durante l’evento è stato presentato anche il nuovo MacBook da 12 pollici: pesa solo 900 grammi e porta in dote la rivoluzione della nuova porta Usb-C. Il cartellino dello smartwatch parte dai 349-399 dollari delll’Apple Watch Sport, passa per i 549-1099 dell’Apple Watch in acciao e vola ai 10mila-17mila dell’Apple Watch Edition. Il vero limite è la batteria, con una durata di 18 ore che non va oltre la giornata. Come anticipato, fra le caratteristiche degne di nota del dispositivo candidato, secondo le previsioni degli analisti, a finire in mano a 15 milioni di persone nel primo anno di commercializzazione c’è la compatibilità con Apple Pay.
Il sistema di pagamento basato su Nfc (qui la nostra prova) non si limiterà a dialogare con iPhone, come ha spiegato il numero uno di iTunes ed Eddy Cue a Cnet alla vigilia della presentazione di ieri sera, ora italiana. Cue si è sbottonato durante un match di baseball dei Golden State Warriors, squadra che ha iniziato a supportare Apple Pay all’interno dei suoi negozi e sono in corso sperimentazioni per far sì che i tifosi possano ordinare e acquistare i prodotti del team dal proprio Apple Watch mentre sono seduti sugli spalti.
Il funzionamento di Apple Pay con lo smartphone ormai è noto: basta avvicinare il proprio iPhone 6 e 6 plus al terminale (dotato di tecnologia Nfc anch’esso) e autorizzare il pagamento tramite il sistema di TouchID che riconosce le nostre impronte digitali. Lo smartwatch invece, pur essendo dotato di chip Nfc, nn ha il sistema biometrico per il riconoscimento necessario all’autorizzazione. Così per completare la transazione con il proprio orologio intelligente, si dovrà digitare un codice numerico o in alternativa utilizzare il sistema di riconoscimento del polpastrello sull’iPhone precedentemente sincronizzato all’Apple Watch.
Apple Pay, ha inoltre svelato Cue, funzionerà anche con iPhone 5 e 5C nonostante questi modelli non abbiano le tecnologie Nfc e fingerprint incorporati. Anche gli smartphone di generazione precedente infatti potranno essere connessi all’Apple Watch, sbloccabile in questo caso non tramite il riconoscimento dell’impronta digitale ma inserendo il codice numerico.
Questo sistema di sblocco tramite il proprio iPhone, secondo Cue, garantisce la sicurezza ma anche la semplicità del pagamento. Una volta sintonizzati i dispositivi e sbloccato l’orologio tramite il codice o l’impronta sullo schermo del proprio smartphone non sarà necessario estrarre il telefonino nel momento del pagamento. Se Apple Watch dovesse allontanarsi dall’iPhone e non dovessimo più indossarlo, inoltre, l’orologio si bloccherebbe nuovamente prevenendo così pagamenti non autorizzati.
Le vendite dell’iPhone 6 e 6 Plus con il nuovo Apple Pay stanno andando a gonfie vele per Apple con circa il 70% delle vendite totali di dicembre 2014 provenienti da questi modelli. Apple Pay potrebbe aver dato negli Stati Uniti il suo contribuito. Adesso è il momento del dispositivo indossabile c’è da scommettere che Cupertino giocherà questa carta anche per rivitalizzare il business degli iPad.