Quale città raccoglierà l’eredità di Londra nel fintech? Se lo chiede Forbes. La rivista americana fa un’analisi dei vari ecosistemi (Parigi, Berlino, Dublino) per capire quale potrebbe essere più favorevole allo sviluppo del fintech del futuro. Chi la spunta? Ancora Londra che sembra determinata a non perdere lo scettro, malgrado la Brexit.
L’unica certezza, un periodo di incertezza
Non è un gioco di parole, ma l’unica previsione che è possibile fare a oggi nel post Brexit. È questa l’opinione di Mike Laven, Ceo di Currencycloud, startup che offre servizi meno costosi per aiutare le aziende a effettuare pagamenti internazionali: «L’unica possibile previsione è che la situazione non troverà presto una soluzione» spiega Laven. Il Ceo spiega che oggi non c’è nessuna startup fintech che sta scappando dall’UK che gode ancora di diversi vantaggi, nelle infrastrutture, risorse umane competenti e una grande potere di attrarre persone ed idee. Intanto, gira minaccioso un camion con un cartellone che dice: “Care startup, mantenete la calma e trasferitevi a Berlino”.
Lo zoccolo duro d’Europa: Berlino e Parigi
Secondo Forbes, le due capitali non riescono ancora ad offrire i vantaggi dell’ecosistema londinese soprattutto per le tasse più alte sulle imprese, le regole più stringenti sul mercato del lavoro e una rete di trasporti ancora lontana da quella della capitale del Regno Unito. Come conferma Steve Goldstein, fondatore di Alacra, multinazionale leader nella consulenza: «Quando ho iniziato l’azienda 20 anni fa, eravamo a Londra o New York perché era lì che c’era il business. Potevi prendere la metro e raggiungere l’80% dei tuoi clienti. Se le banche si spostassero a Parigi e Francoforte, renderebbero la vita più difficile per quelle fintech che hanno budget limitati» spiega.
Akli Adjaoute, fondatore di Brighterion, startup focalizzata nella sicurezza e prevenzioni frodi, spiega che la Francia e la Germania non sono “business friendly” come l’UK: «Non è una novità che le grosse aziende hitech preferiscono aprire solo piccole sedi in Francia per non imbattersi nelle sue leggi in materia di lavoro e per le tasse. Parigi viene percepita come quella della super tassa del 75% sui ricchi, anche se poi è stata annullata, la percezione resta ancora» spiega Adjaoute.
I vicini di casa: Edinburgo e Dublino
Dublino potrebbe trarre grandi vantaggi dalla Brexit grazie alle tasse basse, alla lingua e alla possibilità di essere ancora in UE. E anche Edimburgo che secondo Forbes ha molta disponibilità di capitale e potrebbe chiedere l’ingresso in Unione Europea.
Londra vince per la mentalità
Secondo Forbes Londra è ancora il centro della finanza internazionale e Parigi e Berlino non hanno ancora «la sua capacità di attrarre talenti da tutto il mondo». In più Londra è la città più vicina alla mentalità americana del “trail and fail”, un approccio verso la sperimentazione e il fallimento, ancora raro in altre parti d’Europa.