L’ateneo romano è la prima università ad aver incluso il corso di studi in Data Science. L’obiettivo è formare professionisti in grado di analizzare, interpretare e gestire una quantità sempre maggiore di dati soprattutto digitali
Sono stati proclamati dal rettore dell’Università La Sapienza di Roma i primi laureati del corso magistrale in Data Science: si tratta di Michele Gentile, Cristina Menghini, Paolo Tamagnini ed Elena Troccoli. La cerimonia si è tenuta il 6 ottobre, nell’ambito del incontro DataScience@Sapienza a cui hanno partecipato anche la direttrice di ricerca di Google per il machine learning, Corinna Cortes, il responsabile per i servizi IT di Eurostat Emanuele Baldacci, Marco Trombetti, founder di Pi-Campus. «La Laurea Magistrale in Data Science – ha spiegato il presidente del Corso di studi Stefano Leonardi – vuole andare incontro alla grande richiesta industriale a livello nazionale e internazionale di profili professionali capaci di integrare i Big Data all’interno delle industrie digitali, le attività avanzate di business ed i servizi innovativi per i cittadini. I nostri studenti – ha aggiunto – hanno avuto la possibilità di svolgere durante il corso di studi stage e internship in numerose realtà industriali e di ricerca sia in Italia che all’estero. Alcune delle principali industrie del settore come Google, IBM, Microsoft e SAS hanno appositamente organizzato corsi per i nostri studenti».
Professionisti dei Big Data
La Sapienza è la prima università italiana ad aver incluso nella sua questo corso di studi che nasce dalla sinergia di discipline diverse: dall’ingegneria, all’informatica, dalla statistica, alle scienze economiche e organizzative. L’obiettivo è di formare professionisti in grado di analizzare, interpretare e gestire una quantità sempre maggiore di dati soprattutto digitali, con particolare attenzione agli aspetti riguardanti le pratiche innovative di business, l’industria di Internet, la privacy e la sicurezza. Il corso prepara figure professionali come il Data Scientist, l’Open Data Manager, il Big Data Infrastructure Professional, il Business Data Analyst, profili tra i più ricercati nel mondo del lavoro. Il percorso formativo, interamente in lingua inglese, è aperto a tutti i laureati di primo livello nel campo dell’Ingegneria dell’informazione, dell’Informatica e della Statistica, nonché ai laureati di primo livello in Economia, Fisica, Ingegneria industriale e Matematica.
Impegnate contro il gender gap
Il Corso, come tutte le materie scientifiche, soffre di una percentuale di donne molto bassa. Numeri alla mano, su 40 partecipanti al primo anno di corso (2015/2016), 10 erano donne. Nel 2016/2017 le donne erano 19 su 64, quest’anno la stima è 11 su 75. Cristina Menghini ed Elena Troccoli però guardano avanti. Elena è laureata in matematica e ora anche in Data Science. «Sì è vero, ci sono poche donne. Io vengo da matematica, dove devo dire eravamo distribuiti equamente fra uomini e donne. La speranza è che siano molte di più». Un lavoro che le permetta di applicare quello che ha imparato, è questo il desiderio di Elena. «Ricerca o lavoro? I due ambiti non sono così distinti». Applicare teorie scientifiche per migliorare gli standard di un’azienda, questa è un po’ l’obiettivo che Elena si è data. Anche Cristina viene da Roma, è interessata alla ricerca e ha fatto esperienza in Svizzera, all’Epfl (Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Lausanne). «Ho fatto esperienza con una startup che ha sviluppato una piattaforma che fa corsi per aziende». Poi uno sguardo al futuro. «Come mi vedo? Mi piacerebbe fare il Data Scientist».