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I dieci supereroi hanno legato il loro destino a quello dei bitcoin e della blockchain. CoinDesk fa un sondaggio tra 2mila membri della community della criptomoneta per individuare quali sono i 10 personaggi più influenti del settore in tutto il mondo, nel 2016. Ne viene fuori una lista composita che include imprenditori, politici, autori di libri. E perfino un hacker e un mister X, il papà dei bitcoin, Natoshi Nakamoto del quale nessuno a oggi conosce la reale identità.

10. Perianne Boring

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Al decimo posto troviamo Perianne Boring, la presidente e fondatrice della Chamber of Digital Commerce, tra le più importanti associazioni al mondo nel campo della blockchain. Pieranne inizia la sua carriera come consulente nel campo finanziario presso la Camera dei Rappresentanti americana. Sotto la sua guida l’associazione ha organizzato eventi a tema blockchain, con un focus sugli smart contracts, coinvolgendo autorithy come la FIRA, l’ente che regola la finanza e il CFTC, l’agenzia che regola i mercati finanziari.

Secondo CoinDesk se nel 2016 le monete digitali e la blockchain sono diventati un argomento di discussione anche nell’agenda politica americana, il merito è soprattutto il suo.

9. Chris DeRose e Junseth

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Chris Derose e John Unseth (nome d’arte Junseth) sono due “bitcoin evangelist”. Celebri sono i loro podcast, nei quali con un tono spesso anche aspro e critico, informano sulle ultime novità nella materia. Personaggi controversi (accusati di misoginia per come hanno gestito l’intervento nel programma di Perianne Boring), dividono in due la community. C’è chi li ama per il loro stile aggressivo e per il parlare senza alcuni fronzoli, e chi invece mal li sopporta. Tra le persone intervistate nei loro podcast anche personaggi discussi, come Trendon Shavers, condannato a 18 mesi di reclusione per aver frodato gli investitori della piattaforma di exchange che ha fondato, Bitcoin Saving.

8. Richard Gendal Brown

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Brown, ex IBM, è  il CTO di R3CEV, il consorzio di oltre 40 banche che nasce con l’obiettivo di favorire l’uso della blockchain nel settore finanziario. È proprio Brown la mente del primo esperimento di blockchain creato in open source dal consorzio, chiamato Corda. Oggi l’esperimento è ancora in fase di definizione. Brown crede che ci voglia ancora del tempo per spingere le banche a usufruire dei vantaggi della blockchain, mentre altri settori sono più ricettivi e maturi, come il payment.

7. Don e Alex Tapscott

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Sono due delle voci più autorevoli in materia, gli autori del libro “Blockchain Revolution”, diventato un punto di riferimento per gli appassionati del settore. Protagonisti dei più importanti eventi su bitcoin e blockchain, sono diventati celebri alcuni loro talk, come quello tenutosi al TED.  CoinDesk svela che i due si sono lanciati in una nuova avventura, il Muskoka Group, un progetto che unisce gli esperti del settore per favorire proposte per una legislazione più favorevole ai bisogni dell’industria della blockchain.

6. Pieter Wuille

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Man mano che ci avviciniamo al “podio” troviamo i primi startupper come Pieter Wuille, il cofondatore di Blockstream. L’imprenditore è anche uno dei più importanti sviluppatori del codice del team di Bitcoin Core, community di sviluppatori che contribuiscono all’implementazione del codice open source con cui è costruito il sistema della criptomoneta. Wuille oggi è secondo nella classifica degli sviluppatori che più sono intervenuti sul codice, dietro Wladimir van der Laan. Lo startupper è anche l’ideatore di Segretated Witness, un piano ambizioso per aumentare la capacità del blocco a 4MB.

5. Adam Ludwin

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Lo startupper di San Francisco, Adam Ludwin è senza dubbio uno dei personaggi più influenti del campo. La sua startup Chain ha ricevuto ben 30 milioni di finanziamento (round guidato da Visa e Capital One) per sperimentare nuovi usi della blockchain, come la creazione di una piazza di scambio sui mercati borsistici, su incarico del Nasdaq. Oggi Ludwin sta lavorando a un nuovo protocollo di blockchain, Chain OS 1. La data del rilascio della tecnologia non è ancora conosciuta. Celebre poi sulla Rete anche il discorso rivolto ai rappresentanti dei più importanti delle Banche Centrali del mondo, che ha spinto la finanza a esplorare e ad avvicinarsi al mondo delle cripto monete.

4. Satoshi Nakamoto

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È il Mister X dei bitcoin, Satoshi Nakatomo, l’inventore che ha reso pubblica la criptomoneta nel 2009. L’identità dell’uomo (???) è sconosciuta. Tempo fa il professore australiano Craig S Wright aveva dichiarato di essere lui il padre della criptomoneta, ma poi non era stato di fornire prove sufficienti alla community per dimostrarlo.

3. Andreas Antonopoulos

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Autore di “Mastering Bitcoin”, Andreas Antonopoulos è uno dei maggiori esperti mondiali di bitcoin e blockchain. Sono tanti i suoi interventi sull’argomento, basta andare su Google per trovare una marea di contenuti, tra convegni ed eventi di cui è protagonista. Oggi sta studiando da vicino Ethereum, la piattaforma decentralizzata che ha la sua criptomoneta (detta ether), diventata l’antagonista dei bitcoin. La tecnologia sarà la protagonista del suo prossimo libro intitolato, “Mastering Ethereum”.

2. Vitalik Buterin

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Nel bene e nel male il 2016 sarà ricordato come l’anno di Ethereum e se questo è possibile è grazie al suo ideatore, il programmatorerusso Vitalik Buterin (classe 1994). Dopo aver cofondato il periodico di successo, Bitcoin Magazine, si dà da fare per creare una rete di mining decentralizzata. Oltre a funzionare essenzialmente come bitcoin, cioè come un sistema di pagamento senza alcuna autorità intermediaria (come Visa o Mastercard), Ethereum permette la creazione di software. È qui che risiede il valore distintivo del sistema, questi software vengono usati per creare contratti vincolanti che si sostituiscono ai documenti tradizionali e creano rapporti giuridici tra due o più soggetti senza il coinvolgimento umano. Sono i cosiddetti smart contract.

1. L’hacker che ha rubato 60 milioni

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Al primo posto dei personaggi di maggiore influenza dell’anno, c’è proprio un hacker. Si tratta dello stesso che è riuscito a bucare il DAO, la prima società al mondo che permette ai suoi soci di acquistare quote con lo scopo di investire in nuovi progetti. Per la cronaca il furto ha riguardato 3,6 milioni di ether per una somma di 60 milioni. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Il furto ha posto ancora più il problema della sicurezza degli smart contract e dei progetti sulla piattaforma Ethereum. E questo, secondo CoinDesk, non potrà fare che bene a tutto il settore.