Dalla gestione dell’infrastruttura software dei circuiti di carte fedeltà a, come scenario non molto lontano, la creazione di un ecosistema nel quale i punti raccolti in ciascun circuito fedeltà possano diventare valore “spendibile” in circuiti diversi. Un potenziale sistema di pagamenti alternativo dunque, e un mercato sul quale una fintech italiana, Domec, potrebbe aver presto un ruolo importante: la startup di Potenza, infatti, ha chiuso un round A da 1,6 milioni al quale hanno partecipato il fondo di Venture Capital di Sviluppo Basilicata e un gruppo di investitori italiani ed esteri.
Tutti i numeri di Domec
Fondata 2 anni fa in Campania, Domec cura la piattaforma software che sta dietro carte fedeltà, coupon, closed loop e sistemi privativi di pagamento, ovvero tutti quelle forme di pagamento alternative a contanti, bancomat, carta di credito e bonifico. Lavora con grandi aziende italiane come Eataly, Autogrill e Italo.
I servizi di Domec su oltre 10 catene di negozi e siti di rilevanza internazionale e su oltre 5 mila punti cassa. Nel 2015, dopo appena un anno di attività, la startup ha generato un giro d’affari di oltre 1 milione di euro. Nei primi mesi del 2016, la piattaforma ha all’attivo già oltre 1 milione di transazioni e proietta di chiudere il 2016 con oltre 10 milioni di operazioni e con l’apertura di uno shop dedicato ai consumatori finali.
Fintech made in Basilicata
Per l’amministratore unico di Sviluppo Basilicata, Giampiero Maruggi: «il futuro di questa regione si gioca su una proficua collaborazione tra pubblico e privato». In più, un valore aggiunto molto caro ai founders di Domec è il team, tutto italiano: «I nostri ingegneri – ha detto, in una nota, il Ceo di Domec Antonio Sorrentino – per economicità ed efficienza non hanno nulla da invidiare ai colleghi stranieri. Qui si lavora e si crea know-how, per noi è un grande motivo di orgoglio». Una piattaforma informatica che il Cto della startup Vincenzo De Cristofaro definisce «unica». «Ho lasciato un lavoro sicuro in una grande banca del nord per lanciarmi in questa avventura», sottolinea De Cristofaro, che aggiunge: «lo rifarei».