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Clinton Global Initiative Annual Meeting In New York

1. Bill Gates

Forse pochi hanno sentito parlare di Traf-O-Data? Si tratta di un’idea dell’allora giovane Bill con l’alleato fedele Paul Allen. I due si inventano un computer capace di leggere ed elaborare i dati degli apparecchi di rilevamento del traffico. Risultato? Solo qualche decina di migliaia di dollari d’incasso. Il colpo di grazia lo dà il governo federale che inizia ad offrire un servizi gratuito di conversione dei dati del traffico. Ma non tutto è perduto. Grazie all’esperienza i 2 amici hanno imparato molto e usato l’esperienza per costruire i primi prodotti a marchio Microsoft.

Berkshire Hathaway Chairman Warren Buffett Interview

2. Warren Buffett

Nel 1962 l’investitore più famoso al mondo acquista azioni di un’industria tessile, ma l’azienda entra in crisi. Buffett prova a rimediare e vorrebbe rivendere le azioni al Ceo, Seabury Stanton. I due fanno un patto che poi Seabury non rispetta. Buffett è furioso compra più quote dell’azienda, in modo da avere la maggioranza e fare fuori Seabury. Per 20 anni tiene in vita il business, poi deve staccare la spina. Buffett lo chiama l’errore da 200 miliardi di dollari.

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3. Jeff Bezos

Tanti scivoloni per il Ceo di Amazon. Tra i più clamorosi, il flop da 170 milioni di dollari per lo smartphone a marchio Amazon, il Fire Phone. Ma La lista dei suoi fallimenti è lunga: Amazon Auctions, un sito per aste che avrebbe dovuto spezzare le gambe ad eBay ed è fallito poco dopo. Come alcuni investimenti poco indovinati. Quelli in Junglee, un sito per confrontare prezzi che gli è costato diverse centinaia di migliaia di dollari.

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4. Larry Ellison

Più di una volta il papà di Oracle si è trovato sull’orlo del baratro. Come quando nel 1980 deve ipotecarsi la casa per non chiudere l’azienda. Nel 1990 di nuovo lo spettro della crisi, ordini non sufficienti, bug nel software, Ellison deve scegliere e in fretta: licenzia quasi tutti per rimettere i conti a posto. Offre ancora più bonus ai venditori e nel 1995 riporta l’azienda in pista con utili di 2,5 miliardi di dollari. Nel 1999 prova a mettersi in competizione con Gates. Crea Network Computer (NC) computer leggero collegato a una rete telematica. Bello, ma costa troppo. Il crollo dei prezzi dei pc, e l’apparizione del cloud, fecero il resto. Ellison si è mosso troppo tardi.

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5. Larry Page

Per tutto il mondo è una delle menti di Google, l’altro è Sergey Brin. Eppura Page ne ha fatti di colpi a vuoto. Chi ricorda Google Wave, applicazione web che puntava a riunire email, messaggistica istantanea e social network? Pochi forse, anche perché è naufragato un anno dopo la nascita. Stessa sorte toccata a Jaiku, servizio gratuito di social network e microblogging fondato in Finlandia e comprato da Google nel 2007. Anche qui naufragio, ma qualche anno di vita in più: Google ne annuncio la chiusura nel 2012.

Sergey Brin, co-founder of Google

6. Sergey Brin

Compagno di fortune e anche sventure. Brin è forse colpito da un eccesso di entusiasmo e fiducia in sé quando sta per lanciare una macchina per ordinare la pizza via fax. Ma la realtà è ben più forte della sua idea e nessuno la usa. D’altronde quante case e pizzerie hanno un fax? La nota positiva è che Brin dice di avere imparato la lezione. Guarda il video al minuto 2.00 circa.

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7. Mark Zuckerberg

Pochi ricorderanno di Wirehog, un servizio peer-to-peer di condivisione di file musicali e documenti. Tutto bello, tranne il fatto che fosse illegale. A sopprimerlo, prima che facesse troppi danni, Sean Parker, allora presidente di Facebook e inventore di Napster, prima piattaforma di file sharing, poi chiusa per questioni legali. TechCrunch racconta che è stato lo stesso Parker a interrompere l’idea: «Era un grande progetto, se fosse stato a norma di legge. Avevo visto già quel film e se avessimo continuato avremmo ammazzato il bambino nella culla» ha dichiarato Parker.

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8. Steve Ballmer

L’ex Ceo di Microsoft, dal 2000 al 2014, ne ha prese di sviste, come quei 500 milioni di dollari spesi per acquisire una startup specializzata in piattaforme per mobile. Si chiamava Danger (forse il nome “pericolo” avrebbe dovuto avvertirlo). Altri errori epici avere ironizzato sull’uscita dell’iPhone e avere speso miliardi di dollari per imitare Google. Senza dimenticare il flop di Windows Vista. Business Insider, in un articolo molto divertente, elenca tutti i “guai” di Ballmer.

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9. Michael Dell

Il fondatore della multinazionale IT che porta il suo cognome a soli 27 anni già riesce nell’impresa di entrare nella lista di Forbes delle 500 migliori aziende d’America. Se da una parte, tanti sono i meriti, altri sono i fail: dai suoi tentativi di costruire smartphone, tablet (Dell Aero), e iPod, come Dell DJ, un tentativo abortito di scimmiottare l’iPod.

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10. Rupert Murdoch

L’imprenditore australiano non è così avvezzo ai fallimenti. Ma quando cade lo fa rumorosamente. Come i 580 milioni di dollari per comprare MySpace. Ma le cose non decollano, il 2010 si chiude con pesanti passivi e Murdoch vende, ma a 38 milioni. Fate voi il calcolo di quanto ha perso nell’operazione.